Corte Suprema Usa: ora tocca a contraccettivi e gay. Aborto e armi, sentenze in flagranza di doppia malafede

Corte Suprema Usa in missione contro il sesso sganciato dalla procreazione e contro il diritto di cittadinanza all'omosessualità. Missione: correggere "l'errore" delle libertà altrui e marciare sulla strada dove peccato e reato tendono a coincidere.

di Lucio Fero
Pubblicato il 27 Giugno 2022 - 08:18 OLTRE 6 MESI FA
Corte Suprema Usa: ora tocca a contraccettivi e gay. Aborto e armi, sentenze in flagranza di doppia malafede

Corte Suprema Usa: ora tocca a contraccettivi e gay. Aborto e armi, sentenze in flagranza di doppia malafede (Foto Ansa)

La Corte Suprema Usa ha detto che l’aborto non è un diritto, tanto meno una libertà della donna. La Corte Suprema Usa si appresta, lo fa trapelare la Corte stessa, a valutare con lo stesso metro se siano diritti e libertà individuali il sesso non finalizzato alla procreazione e le relazioni affettive e sessuali omosessuali. Se secondo Corte Suprema Usa dell’aborto decidono gli Stati e i Governatori e non le donne, se questo è legge ed ordine morale e la scelta dell’individuo è invece caos e degenerazione, allora ha una sua stringente logica che a decidere quale sesso sia sano e giusto fare decidano le Chiese e le Congregazioni. E che quindi i contraccettivi vengano limitati se non banditi e che matrimoni ed unioni gay non siano più legali.

Il confine tra peccato e reato 

Confine varcato dalla Corte Suprema Usa con la decisione sull’aborto, confine che la Corte Suprema annuncia di voler cancellare. Ciò che l’alleanza di fatto tra Chiese evangeliche e cattolici tradizionalisti americani considerano peccato, l’aborto, la contraccezione, l’omosessualità, deve smettere di essere legale e diventare sostanzialmente reato. Magari punibile con relativa poca pena, ma illegale e reato. 

L’America che c’era 

Quella degli anni ’50 quando per non restare incinte le ragazze facevano il lavaggio vaginale con il disinfettante: Lysol dopo il sesso. Ancora venti anni dopo era consigliato in analoghe circostanze un lavaggio vaginale con la Coca Cola. Negli stessi decenni, 50 e non 500 anni fa, il Texas puniva con la galera la sodomia.

Qualche decennio prima c’era altro Stato che emanava apposita legge per vietare ai medici di fornire informazioni dettagliate e soprattutto pratiche sull’aborto: era la Germania nazionalsocialista che voleva allevare copiosa pura razza bianca e ariana. Quella legge nazista di 80 anni fa è stata formalmente abolita in Germania da pochi giorni, di fatto era inosservata secondo coscienza ed etica comuni. Non così negli Usa dove riemerge prepotente l’America che c’era e non ha mai smesso di esserci. Ha cambiato forma, consistenza, virulenza. Ma non programma e progetto di fondo. Come accade, al fondo, nella società americana dalla guerra civile in poi. 

Guerra civile intensità variabile 

Per cinque anni negli anni ’60 dell’Ottocento fu cruenta guerra civile, mai visti tanti morti in una guerra, neanche in Europa. Vinse la guerra l’Unione, i nordisti, gli antenati culturalmente parlando dell’America progressista e liberal della storia americana a seguire. Ma fu il Sud, furono gli uomini e i territori che avevano indossato la divisa grigia dei Confederati a vincere la pace: si tennero i loro usi e costumi, resero inapplicate e inapplicabili le leggi federali nei loro Stati, ancora oggi sono in grado di boicottare, non applicare la legge federale che dà diritto di voto ai neri.

L’America degli Stati del Sud e del Midlle West ha sempre coltivato la sua diversità rispetto all’America delle due coste, atlantica e pacifica. Diversità fatta anche di rivalsa e riprovazione verso tutto ciò che caratterizza la società e i suoi valori a New York, Boston, San Francisco, Los Angeles…Questo rancore sordo si è più volte raggrumato in movimento politico-religioso nel corso di u secolo e mezzo. Stavolta il grumo è tanto solido quanto aggressivo.

L’originalismo 

Non tutte le confessioni religiose marciano negli Usa verso una sostanziale rifusione tra Stato e Chiesa. Non una parte dei cattolici, non gli ebrei, non le più antiche declinazioni del protestantesimo. Gli evangelici e i cattolici definibili ortodossi guidano la marcia verso l’identificazione tra Stato e Chiesa, la fusione delle due etiche, il peccato come reato. E su questa strada hanno incontrato molti compagni e alleati. Il partito Repubblicano nella sua mutazione trumpiana, cioè un partito Repubblicano che ha messo nel novero dei peccati e della tentazioni maligne anche le pratiche e le garanzie della democrazia fatta di poteri reciprocamente bilanciati, un partito Repubblicano attestato nella sua gran parte nella predicazione eversiva delle elezioni non valide se vince un altro dal loro presidente.

Il suprematismo bianco, altro compagno di strada, addobbatosi perfino da istanza sociale di un ceto operaio-piccolo borghese in pesanti difficoltà socio economiche (non una gran novità: qui da sempre la base sociale per gli squadrismi reazionari di ogni epoca). E soprattutto l’irrisolta vena di rancore di una guerra civile da sempre strisciante a bassa intensità e ora diventata una sorta di scontro di civiltà ad alto impatto. Un’arma ideologica usata da questo schieramento è il cosiddetto Originalismo. In sostanza: la Costituzione va applicata alla lettera così come è nella sua versione originale, ancorché pensata e redatta circa 250 anni fa.

Quel che c’è esiste, quel che non c’è non esiste. Interpretazioni e aggiornamenti sono da evitare, impropri e…sacrileghi? Sì, la parola giusta è “sacrilegio”. L’Originalismo che negli Usa si veste perfino dei panni di una teoria giuridica è in realtà acqua della stessa fonte dell’ebraismo ortodosso, del Corano come testo assoluto e ordinativo nella sua lettera, dell’induismo come assoluta e immutabile prescrizione della realtà. L’Originalismo è insieme la chiave di volta e l’architrave della teocrazia, le confessioni del Libro cui alla lettera obbedire e adeguarsi non solo non tollerano ma hanno come missione di reprimere le altrui libertà che offendono il Libro e rendono il mondo impuro allo sguardo della divinità precettante.

Corte Suprema in missione e in doppia malafede 

La Corte Suprema Usa (di nomina politica e con mandato a vita) lancia esplicitamente se stessa i questa di missione, per cui non è improbabile venga aggredito da pronunciamenti e sentenze a venire la sfera deli diritti e libertà sessuali (le religioni del Libro tutte e sempre hanno coltivato una marcata sessuofobia spesso in armoniosa risonanza con regimi politici autoritari). Missione per la quale ogni mezzo vale il fine. Anche la dissimulazione, la mezza menzogna, il sostanziale inganno. Prima di essere nominati giudici della Corte Suprema i candidati vanno a presentare se stessi al Congresso: tutti e tre i candidati da Trump poi diventati giudici alla domanda sulle loro intenzioni relative all’aborto avevano risposto di tenere in grande considerazione il principio secondo cui non si ribaltano in pieno le sentenze precedenti della Corte stessa. La Corte stessa 50 anni fa aveva stabilito il diritto all’aborto.

Ma, una volta insediati, hanno poi sostenuto che il rispetto di quel principio non era “assoluto”. Quanto poi all’Originalismo, gli stessi giudici l’hanno usato come saldo e inviolabile appiglio per annullare una legge dello Stato di New York che imponeva ai cittadini di uscire di casa armati di fucile solo a seguito di specifici motivi. La Corte ha detto no: nella Costituzione di 250 anni fa nulla di questo, quindi cittadini liberi di andare con pistole fucili perché così gli pare. Ma questo rispetto dello status originale delle leggi è diventato nullo quando si è trattato della sentenza del 1973 che rendeva l’aborto un diritto. In missione per conto del fondo originario illiberale delle illiberali prime comunità iper religiose della colonizzazione europea. Quel fondo è rimasto nella cultura, nella società, nella politica e nella stessa civilizzazione made in Usa. Ora rigurgita la parte peggiore di se stesso, quella che identifica la volontà di dio nel raddrizzare “l’errore” della libertà altrui.