G20, Obama: “Subito piano anti contagio in Europa”

Pubblicato il 3 Novembre 2011 - 20:48 OLTRE 6 MESI FA

CANNES, 3 NOV – Non c'e' piu' tempo da perdere. E' ora che l'Europa passi ''con urgenza'' dalle parole ai fatti e attui ''pienamente e in maniera decisa'' il piano anticrisi messo a punto una settimana fa a Bruxelles. Senza tanti giri di parole Barack Obama lo dice prima a Nicolas Sarkozy e ad Angela Merkel, poi direttamente al tavolo dei Grandi riuniti a Cannes.

Avete fatto progressi molto importanti, ora ''vogliamo vedere i dettagli'', incalza il presidente statunitense che – prima del'inizio del summit del G20 – fa il punto della situazione col presidente francese e la cancelliera tedesca, con cui in queste settimane si e' tenuto in strettissimo contatto telefonico. E ai quali riconosce l'indiscussa leadership in Europa in una fase cruciale per i destini di tutti.

Da Sarkozy e da Merkel, Obama si fa aggiornare su quanto sta succedendo con la Grecia. Il caso del referendum annunciato dal premier ellenico Papandreou preoccupa gli Stati Uniti, perche' se dalla Ue e dall'Fmi non arriveranno i soldi della nuova tranche di aiuti ad Atene, il default e' praticamente scontato. E la paura di un ''effetto a cascata'' (come l'ha definito tempo fa il segretario di Stato americano, Timothy Geithner) e' tanta.

Non a caso tutto il team della Casa Bianca – dal portavoce Jay Carney ad alcuni dei piu' stretti consiglieri del presidente Mike Froman e Ben Rhodes – insiste sul messaggio con cui gli Usa sono arrivati nella famosa localita' della Costa Azzurra. Costi quel che costi, bisogna creare quel cordone sanitario, quella barriera antincendio che scongiuri il contagio agli altri Paesi europei piu' a rischio: l'Italia e la Spagna.

Perche' sono questi due Stati, con un peso specifico ben maggiore rispetto alla Grecia, che agitano i sonni di tutti. Anche Oltreoceano, dove si e' consci che un crollo di Roma, per esempio, avrebbe ripercussioni devastanti sull'economia globale.

In Europa – spiegano dallo staff presidenziale – ''ci sono banche che corrono dei rischi, e ci sono Paesi, come Spagna e Italia, che corrono dei rischi''. Quindi c'e' poco da tentennare: ''Bisogna vedere come andare avanti sul piano europeo'', per rendere immediatamente fattibile la ricapitalizzazione dei principali gruppi bancari e la creazione di quella rete che non faccia dilagare la crisi al di fuori della Grecia e al di fuori del Vecchio Continente.

E i singoli Stati in difficolta' devono fare tutto il possibile e il piu' presto possibile per attuare le riforme necessarie. Pensare solo a cambiare la guida di un Paese non basta. ''Per l'Italia – dicono alla Casa Bianca – vale lo stesso discorso della Grecia. Se ci sono cambiamenti di governo non cambiano i problemi che deve risolvere''.

La prima giornata di G20, comunque, mostra come l'asse tra Obama da una parte e Sarkozy-Merkel dall'altra si rafforzi sempre di piu'. Anche se il presidente francese cerca di tirare per la giacca il presidente Usa su uno dei suoi cavalli di battaglia: la tassa sulle transazioni finanziarie. Sarkozy al termine dell'incontro con Obama parla di ''analisi comune'' anche su questo obiettivo.

Poco dopo dal team della Casa Bianca precisano: ''Il presidente condivide l'obiettivo di assicurare che il settore finanziario contribuisca in proporzione adeguata alle risoluzioni delle crisi''. E si aggiunge: si sa che su questo tema Usa e Europa hanno avuto finora due approcci diversi. Sulla cosiddetta Tobin tax, comunque, prove di dialogo, con gli Usa forse un po' meno rigidi rispetto al passato su una tassa che possa essere applicata a livello europeo.