Inchiesta G8: Arcus, la società del governo che ha ristrutturato il palazzo di Propaganda Fide

Pubblicato il 21 Giugno 2010 - 19:11 OLTRE 6 MESI FA

L'ex ministro per i Beni Culturali Giuliano Urbani, 'inventore' di Arcus

Se ne parla in questi giorni nell’ambito dell’inchiesta G8: è stata questa Spa del governo a finanziare infatti i lavori di ristrutturazione della sede romana di Propaganda Fide, un palazzo secentesco a Piazza di Spagna. Si tratta della società Arcus, voluta dalla finanziaria 2003, ‘battezzata’ il 16 febbraio 2004 con un protocollo d’intesa firmato a Milano, alla Triennale, dall’allora ministro dei beni culturali Giuliano Urbani (che ne è stato l’inventore). Arcus spa è una società di proprietà del ministero dell’economia gestita però in condominio dai due ministeri della cultura e delle infrastrutture, con l’obiettivo di finanziare progetti culturali con il 3% degli investimenti per le Grandi Opere.

La cifra cambia chiaramente ogni anno ma si calcola che da quando é stata istituita ha gestito in pratica circa 500 milioni di euro. Proprio nel 2005, sempre con il ministro Urbani, vi fu un incremento della percentuale destinata ad Arcus, e quindi ai progetti per i Beni Culturali, che passò dal 3 al 5%. Già nell’anno successivo la finanziaria riportò la cifra al 3%. Il nome è l’acronimo di Arte, Cultura e Spettacolo, ma evoca anche l’idea – come viene suggerito dal sito on line – di un “ponte fra le idee e l’uomo”, un arco teso, anello di congiunzione tra “il fare” delle grandi infrastrutture e la tutela del patrimonio culturale italiano.

La sede è a Roma. Nello statuto è prevista una durata fino al 2050. Nel suo consiglio di amministrazione siedono 7 membri (ora dovranno essere ridotti in base alle indicazioni dell’ultima finanziaria), un presidente che viene nominato dal ministero dei beni culturali (oggi, dopo le dimissioni a marzo di Salvatore Italia, la presidenza è stata affidata all’ambasciatore Ludovico Ortona) e sei consiglieri nominati, due ciascuno, dai ministeri dell’Economia, delle Infrastrutture e della Cultura (oggi sono Mario Belfiore,Sergio Colombo, Paolo Dalla Vecchia, Giacomo de Ghislanzoni Cardoli, Marcello Franco e Mauro Mainardi).

Le delibere per il finanziamento dei progetti devono essere firmate da entrambi i ministri. Commissariata dall’allora ministro della cultura Rutelli nel 2006-2007, la spa è stata più volte oggetto di polemiche e di richieste di chiusura (anche da parte di Massimo D’Alema nel ruolo di presidente della sua fondazione Italiani Europei). Ma anche di interventi della Corte dei Conti, che in particolare è intervenuta per sollecitare la stesura del regolamento, che è stato varato di recente con il ministro Bondi.

Attualmente, secondo la denuncia del sindacalista Uil Gianfranco Cerasoli, la Corte dei Conti ha avviato un’indagine su due finanziamenti erogati dalla società, quello per il restauro del Palazzo di Propaganda Fide (2,5 milioni nel 2005) e quello per il restauro di Villa Mansi a Lucca (1,5 milioni nel 2004). A febbraio 2010 sono stati decisi i progetti che la società finanzierà nel triennio 2010-2012 con un ammontare di 200 milioni di euro. Il Lazio fa la parte del leone in questi finanziamenti con 38 progetti per un totale di 40 milioni. Per il solo 2010 lo stanziamento previsto è di 119 milioni e 89 mila euro, 22,8 dei quali dedicati al Lazio.