Missili e fabbriche, guerra dei mille mld. Trump non li ha, Cina sì

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 2 Marzo 2017 - 10:26 OLTRE 6 MESI FA
Missili e fabbriche, guerra dei mille mld. Trump non li ha, Cina sì

Missili e fabbriche, guerra dei mille mld. Trump non li ha, Cina sì

ROMA – Missili, fabbriche, strade, ponti, satelliti, treni, navi…una volta si sarebbe detto burro e cannoni tutto insieme. Donald Trump ha promesso al Congresso e agli Usa burro e cannoni nei prossimi, immediati anni: mille miliardi di spesa pubblica per rifare le infrastrutture civili americane, per creare luoghi e posti di lavoro a milioni e per riarmare esercito, marina e aviazione. Trump presidente ha aggiunto la promessa di grande taglio di tasse nonostante la grande ripresa di spesa pubblica e il suo discorso è piaciuto molto sia alla pubblica opinione sia a Wall Street.

Mille miliardi di spesa pubblica per missili e fabbriche e…Curiosamente è la stessa cifra che Pechino ha stanziato per il periodo 2017/2020. La stessa cifra per gli stessi obiettivi: riarmarsi e ammodernare le infrastrutture del paese. Tra Usa e Cina quindi nei prossimi anni la gara, la competizione, la guerra dei mille miliardi.

Con una differenza però: i mille miliardi Trump non li ha, la Cina sì. Gli Usa hanno 500 miliardi di dollari di disavanzo commerciale annuo, la Cina ha tremila miliardi di riserve monetarie. Gli americani soffrono come privazione il non poter spendere e consumare (e indebitarsi) come un tempo (questa sindrome non è certo estranea al successo elettorale di Trump), i cinesi pur atterrati nel mondo del benessere continuano a praticare la secolare abitudine al risparmio. Quindi ai nastri di partenza della gara dei mille miliardi i cinesi sono in vantaggio, almeno dal punto di vista finanziario.

Ma non è solo una gara, è di più. Non è un caso che Trump fin da subito abbia individuato il vero rivale nella Cina. E non è un caso che Trump voglia ridurre il disavanzo commerciale che penalizza gli Usa, voglia insomma consumare e comprare “americano”, magari sacrificando le esportazioni statunitensi nella guerra dei dazi (gli Usa esportano poco in rapporto a quanto importano).

E’ di più perché è già un confronto geo-politico e anche militare. La Cina, mentre molti anche qui da noi pensano sia ancora la fabbrica delle merci copiate al ribasso di qualità e efficienza, è il paese che produce più missili, treni, satelliti, centrali nucleari, robot, tecnologie di comunicazione…La Cina ha smesso da tempo di essere quella degli anni ’90, il luogo in cui gli occidentali andavano a produrre a basso costo le loro merci, usando manodopera e paese che appunto ritenevano in grado solo di copiare senza capire e lavorare senza fiatare.

La Cina, lo racconta Antonio Maria Costa su La Stampa, ma dovrebbe essere ormai nozione comune, è quel paese dove dagli anni ’90 in poi un miliardo di persone ha smesso di essere povero mentre mezzo miliardo di occidentali nella povertà più o meno rientravano dopo più di mezzo secolo. La Cina oggi ha le risorse finanziarie, tecnologiche e scientifiche per vincerla la gara e la guerra dei mille miliardi con gli Usa.

Ha dei problemi e debolezze: il fragile sistema bancario, la corruzione, la demografia (troppe famiglie che invecchiano con un solo figlio). Ma ha i soldi, le riserve, le tecnologie. E le basi per l’approvvigionamento delle materie prime: l’Africa è tappezzata di investimenti e proprietà cinesi e l’America Latina è una tela di accordi commerciali con Pechino.

Ma ha anche le armi, sì proprio le armi. Il primo confronto militare tra Usa e Cina è nell’Oceano, sui mari. Qui gli Usa hanno le portaerei come fulcro della potenza. Qui la Cina è un grado di schierare già da oggi i missili “affonda portaerei” (questa la traduzione del nome cinese). Sigla df-21D, questi missili viaggiano a 10 volte la velocità del suono e oggi la marina americana è in grado di difendere, ha sistemi d’arma che fermano missili anti nave che viaggiano a 5 volte la velocità del suono. Usa che stanno per mettere in campo artiglieria navale M-7, che ferma missili nemici come i cinesi df-21D.

Ma la Cina i missili li ha, gli Usa i cannoni M-7 li avranno. Un po’ proprio come i mille miliardi per “rifare l’America grande” promessa e programma di Trump. E come i mille miliardi programmati dal governo di Pechino per missili e fabbriche. La Cina i mille miliardi li ha, gli Usa li troveranno, forse.