Stati Uniti, pressione e incentivi verso il Sudan. Obama cambia strategia

Pubblicato il 17 Ottobre 2009 - 19:00| Aggiornato il 18 Ottobre 2009 OLTRE 6 MESI FA

Il governo statunitunitense cambia la sua politica verso il Sudan: nel tentativo di persuadere Khartum a cercare la pace in Darfur e risolvere le tensioni con il governo autonomo nel sud del Paese, gli Usa scelgono la strada della pressione e degli incentivi.

Secondo fonti dell’amministrazione citate dal “Washington Post” l’annuncio sarà fatto lunedì 19 ottobre dal segretario di Stato Hillary Clinton e l’ambasciatrice Usa all’Onu, Susan Rice, accompagnate dall’inviato speciale statunitense in Sudan, Scott Gration: uno sfoggio unitario dopo le tensioni tra la Rice e Gration sulla politica da tenere in Sudan.

Gration avrebbe voluto offrire incentivi al governo arabo di Omar al-Bashir, che lui considera la chiave per risolvere il problema umanitario nella provincia occidentale del Paese e consolidare l’accordo di pace provvisorio sottoscritto nel 2005 con il sud a maggioranza cristiana. Ma la Rice premeva per una posizione molto più dura: la Corte Penale Internazionale ha spiccato un mandato d’arresto contro al-Bashir, considerato responsabile dei massacri nel Darfur compiuti dalle milizie filo-arabe; e il Dipartimento di Stato include il regime di Khartum nella “lista nera” dei Paesi che considera sostenitori del terrorismo internazionale.

Secondo i dati Onu, negli ultimi sei anni di violenze etniche in Darfur sono morte più di 300.000 persone e più di due milioni sono state costrette a lasciare i loro villaggi. Washington sosterrà che sta avvenendo un genocidio in Darfur (smentendo così quello che sosteneva l’inviato speciale di Barack Obama, ovvero che non c’erano stragi nella regione). La nuova politica statunitense, accordata dopo intense trattative, rappresenta -ricorda il quotidiano- un ammorbidimento della posizione di Obama rispetto alla campagna presidenziale, quando chiedeva sanzioni più severe e una “no-fly zone” per evitare che gli aerei sudanesi bombardassero i villaggi.

La nuova politica di Washington tenterà di convincere Khartum a trovare la pace in Darfur, risolvere le dispute con il governo autonomo nel sud e collaborare nella lotta contro il terrorismo internazionale. In cambio, Washington offrirà al Sudan l’apertura di un dialogo per migliorare le relazioni se il governo di al-Bashir comincera’ ad adottare misure per porre fine alle violenze e alle violazioni dei diritti umani nel Darfur.