Usa, elezioni. Sondaggio, Obama davanti a Romney, ma giochi non ancora fatti

Pubblicato il 27 Maggio 2012 - 12:18| Aggiornato il 30 Maggio 2012 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – Se si votasse oggi per le presidenziali americane il presidente Barack Obama sarebbe molto vicino alla ”soglia magica” dei 270 grandi elettori che gli assicurerebbe la vittoria, visto che puo’ contare su 247 voti, mentre Mitt Romney appena su 206.

E’ quanto emerge da un’analisi della Associated Press, la prima basata non solo sui sondaggi nazionali, ma anche sulla situazione nei singoli stati, che e’ poi quella che fara’ la differenza il prossimo 6 novembre.

Negli Stati Uniti l’elezione del presidente e del vicepresidente è indiretta. Ciascuno dei 50 stati ha un numero prestabilito di grandi elettori, che vanno  al candidato vincente in quel particolare stato. I grandi elettori formano il Collegio Elettorale, e sono loro che alla convenzione democratica o a quella repubblicana eleggono formalmente i candidati che durante le elezioni hanno raccolto almneo 270 grandi elettori.

A meno di sei mesi dal voto, Obama rimane il favorito (teoricamente gli basterebbe strappare la Florida a Romney), ma i giochi sono lungi dall’essere fatti. A fronte di un panorama piuttosto positivo, per Barack emergono infatti segnali preoccupanti in alcuni stati sulla carta tendenzialmente democratici del Midwest, come il Wisconsin, e alcune realta’ del sud, come la North Carolina.

In questi due stati, secondo la Ap, Romney sta recuperando e potrebbe insidiare seriamente le chance di vittoria del presidente uscente. Del resto, anche questo studio conferma che la partita si giocherà su un pugno di stati, esattamente sette, che valgono 87 supervoti. Qui gli scarti tra i due candidati sono talmente piccoli che tutto puo’ accadere.

Sono i cosiddetti ‘swing state’ cioè Colorado, Florida, Iowa, Nevada, New Hampshire, Ohio e Virginia. Ma ecco la mappa delle singole realta’ divise per come votano. A fianco di ogni stato il loro numero di grandi elettori. Il primo gruppo si puo’ definire quello dei ‘democratici sicuri’. Tutti assieme pesano 186 voti e sono California, Connecticut, Delaware, Distretto di Columbia, Hawaii, Illinois, Maine, Maryland, Massachusetts, New Jersey, New York, Oregon, Rhode Island, Vermont e stato di Washington.

Poi vengono gli stati ‘tendenzialmente democratici’, ancora incerti ma che dovrebbero salvo sorprese andare ad Obama. Tutti insieme valgono 61 voti e sono: Michigan (16), Minnesota (10), New Mexico (5), Pennsylvania (20) e Wisconsin (10), che come abbiamo visto e’ piu’ a rischio di altri.

Quindi segue il gruppo dei superincerti, quelli decisivi che pesano 85 superdelegati, gia’ elencati prima. Poi i ‘tendenzialmente repubblicani’: sono appena 4 e valgono 47 voti. Sono: Arizona (11), Indiana (11), Missouri (10) e North Carolina (15), stato su cui Obama spera molto, tanto da tenere li’ la sua Convention e che pero’, come detto, dovrebbe andare a Romney.

Infine gli stati sicuri a favore del partito repubblicano. Valgono tutti assieme 159 superelettori e sono Alabama, Alaska, Arkansas, Georgia, Idaho, Kansas, Kentucky, Louisiana, Mississippi, Montana, Nebraska, North Dakota, Oklahoma, South Carolina, South Dakota, Tennessee, Texas, Utah, West Virginia e Wyoming.