Venezuela, il presidente Chavez in crisi: si è spenta la luce

Pubblicato il 15 Febbraio 2010 - 15:43| Aggiornato il 18 Febbraio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Chavez star con Oliver Stone

Vista dal rigidissimo inverno europeo la situazione del Venezuela, a corto di energia elettrica per siccità, sembra paradossale. Il paese sudamericano sta affrontando la crisi di approvigionamento idrico più grave della sua storia. L’invaso del Guri non riesce più a alimentare le centrali idreelettriche che “accendono” il paese. Troppa poca acqua, scarsissime precipitazioni, siccità e quindi meno energia. L’emergenza è esplosa ai primi di febbraio, ma covava da tutta l’estate.

Chavez, il presidente-padrone, si è scagliato contro il riscaldamento della terra, contro i paesi capitalisti e contro El Nino, il fenomeno atmosferico di inversione delle correnti marine che starebbe all’origine della siccità. Ma i suoi anatemi non hanno convinto nessuno: la crisi elettrica è anche figlia di una scarsa capacità di governo e di cattiva gestione delle risorse.

E davanti al rischio di restare al buio per la prima volta i venezuelani non si lasciano incantare dal caudillismo del loro presidente e lo contestano… In un anno Chavez ha perso oltre il 10% della sua popolarità. Frutto dei disagi derivati dal razionamento dell’elettricità che in alcuni centri del paese si riduce a otto ore al giorno.

Inoltre sta esplodendo il caso dell’insicurezza nelle città venezuelane e sopratutto a Caracas dove sparatorie, omicidi, violenze, scontri tra bande stanno diventando una vera piaga. Per meno di 250 euro un ragazzo può comprarsi una pistola senza nessun controllo. La conseguenza è che a Caracas ogni fine settimana si contano decine di morti per fatti di sangue. Per la prima volta la stragrande maggioranza che sostiene il presidente Chavez incomincia a incrinarsi e i partiti dell’opposizione, schiacciati a piccole minoranze, intravvedono la luce. Quella che per Chavez si è spenta con la crisi elettrica.