Vertice Americhe. Scandalo agenti e Cuba mettono Obama in difficoltà

Licinio Germini
Pubblicato il 15 Aprile 2012 - 12:29| Aggiornato il 19 Aprile 2012 OLTRE 6 MESI FA

CARTAGENA, COLOMBIA – Lo scandalo degli 11 agenti dei servizi segreti americani andati con prostitute a Cartagena assieme a cinque militari e le pressioni dei 32 Paesi partecipanti al Vertice delle Americhe affinchè gli Stati Uniti normalizzino le loro relazioni con Cuba minacciano di eclissare ”l’offensiva del sorriso” cui era intento il presidente Barack Obama verso l’America Latina.

Lo scandalo dilagante – i media latinoamericani ne sono pieni, con grande imbarazzo per gli Stati Uniti – sta facendo passare in secondo piano argomenti ben più importanti che dovevano essere al centro dell’attenzione del vertice, cominciato sabato. ”Ho partecipato ad una colazione di lavoro per discutere di scambi commerciali e lotta ai traffici di droga, ma la sola cosa di cui hanno voluto parlare gli altri partecipanti è stata la vicenda degli agenti e delle prostitute”, ha dichiarato alla Reuters un diplomatico latinoamericano.

Gli abitanti di Cartagena sono furiosi per la brutta pubblicità fatta alla loro città, e lo scandalo ha suscitato sorpresa e indignazione in tutta l’America Latina. ”Le guardie di Obama espulse dalla Colombia per essersi portati prostitute nelle loro camere di albergo ha dell’incredibile. I gringos (appellativo dispregiativo usato nei confronti degli statunitensi) dovrebbero vergognarsi per pensare che l’America Latina sia un bordello da usare a loro piacimento”, ha detto via Twitter il commentatore politico venezuelano Nicmer Evans.

I tentativi di riavvicinamento di Obama verso i vicini del sud sono resi più difficili, oltrechè dallo scandalo degli agenti, da una inedita unità dei parteicpanti al vertice, sia di destra che di sinistra, sulla necessità che Cuba venga ammessa alla prossima riunione. ”Abbiamo deciso di non partecipare ai futuri Vertici se non ci sarà anche Cuba” ha fatto sapere il gruppo di Paesi di sinistra appartenenti all’associazione ALBA, fondata dal presidente venezuela Hugo Chavez, nemico giurato degli Stati Uniti.

Obama non ha fatto alcun riferimento allo scandalo, ma si è dovuto difendere dalle accuse secondo cui gli Stati Uniti hanno trascurato l’America Latina perchè impegnati nei conflitti in Iraq, Afghanistan ed altre lontane priorità. Il presidente si è difeso affermando che ”siamo felici davanti alla prospettiva di lavorare come partner uguali con i nostri fratelli e le nostre sorelle in America Latina e nei Caraibi”. Obama ha poi esaltato la prospettiva di aumentare l’interscambio commerciale riguardante ”quasi un miliardo di consumatori” nel Sud e Nord America.

Ma secondo gli osservatori non sarà facile e la realtà delle cose è diversa dagli auspici di Obama. La Cina ha infatti approfittato del disinteresse statunitense nei confronti dell’America Latina ed è diventata il maggiore partner commerciale di vari Paesi della regione, incluso il gigante economico brasiliano.