Vladimir Putin assente in tv. Voci di una malattia

di Riccardo Galli
Pubblicato il 28 Aprile 2017 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA
Vladimir Putin assente in tv. Voci di una malattia

Vladimir Putin assente in tv. Voci di una malattia (foto Ansa)

MOSCA – Che fine ha fatto Vladimir Putin? Del recente incontro col segretario di stato Usa Rex Tillerson non esistono foto, il suo appuntamento in tv per rispondere alle domande dei russi è stato spostato di 2 mesi, dal tradizionale aprile a giugno e, sarà un caso, a gennaio un prestigioso ospedale russo gestito dal Cremlino ha iniziato la costruzione di un padiglione vip. In un Paese dove la salute del presidente è segreto di stato, la scomparsa dell’uomo forte della Russia dalle tv e dalla vista pubblica è diventata velocemente mistero ed elemento di sospetto.

Anche perché ‘lo zar’ si prepara a correre per la sua ennesima riconferma al potere e, come scrive l’inviato a Mosca del Corriere della Sera Paolo Valentino, “la salute del leader è fondamentale in un Paese a struttura piramidale”. Non è la prima volta che la salute di Vladimir Putin desta la preoccupazione dei russi e l’interesse di mezzo mondo, servizi segreti compresi. E non è difficile immaginarne il motivo. Proprio per questo, o almeno anche per questo, la cartella clinica di Vladimir Vladimirovich è considerata segreto di stato e come tale viene trattata. Ma Putin è un uomo di 65 anni, e per quanto tenga a mostrarsi nella veste di ‘macho’ che va a caccia a torso nudo, è normale che possa avere degli acciacchi. In questo caso però gli indizi messi in fila fanno pensare a qualcosa di più che ad un semplice malanno legato all’età che avanza.

Una voce non confermata, che però si ripete e che in un contesto di segreti e non detti è comunque un elemento da valutare perché potrebbe contenere almeno parte della verità, parla di regolari sedute di emodialisi a cui Putin si sottoporrebbe. Tanto per intendersi l’emodialisi, come recita Wikipedia, è la “terapia fisica sostitutiva della funzionalità renale somministrata a soggetti nei quali essa è criticamente ridotta, condizione che rappresenta lo stadio più grave dell’insufficienza renale”. E questo è il primo indizio, solo una voce ma un primo elemento. Alla luce di questo, se Putin avesse bisogno di una terapia, magari non l’emodialisi ma comunque una terapia quotidiana, la ristrutturazione partita a gennaio nell’ospedale moscovita seguirebbe una logica e uno sviluppo dei fatti, diventando un secondo indizio.

La notizia la racconta ancora l’inviato del Corriere, sottolineando come sia passata un po’ in sordina: “al prestigioso Ospedale Clinico Centrale di Mosca, gestito dal Cremlino, è in avanzata fase di costruzione un nuovo padiglione VIP con pochissimi posti letto, dotato di ogni più moderna attrezzatura medica e, a quanto si racconta, anche di una centrale di comunicazione collegata al Cremlino: ‘È un posto dal quale si può governare il Paese’, spiega Belkovsky”. Vale a dire Stanislav Belkovsky, un politologo vicino all’opposizione. Come in ogni mistero che si rispetti, è la quantità e la somma degli indizi a suggerire soluzioni e prospettare conclusioni. E più si va avanti, più gli indizi sulla salute di Putin sembrano convergere verso un’infausta direzione. Passando da gennaio ad oggi, scopriamo che in questo mese, ad Aprile, Putin è ‘mancato’ in due importantissimi appuntamenti. Il primo quello di un paio di settimane fa con il neo segretario di stato Usa Tillerson: un’appuntamento importantissimo, la prima visita e il primo incontro bilaterale con la nuova amministrazione americana. In questo caso Putin era presente, ma non ne esistono prove. O meglio non ne esiste o almeno non è stata resa nota alcuna documentazione fotografica. Per cui o il presidente russo non voleva farsi vedere per qualsivoglia motivo, magari perché non in buona salute, o come suggeriscono gli amanti del complotto l’incontro non c’è stato e Tillerson è stato convinto a mentire. Ma questo appare decisamente più improbabile, e siamo quindi al terzo indizio che, come insegnano gli investigatori, è praticamente una prova. E poi il secondo appuntamento saltato, decisamente meno importante a livello internazionale ma forse persino più sentito in Russia: la tradizionale linea diretta televisiva di primavera, in cui Putin risponde per ore alle telefonate dei cittadini. “Ufficialmente è per prepararla meglio – dice Belkovsky -, ma non è credibile”.