Lo Yemen sull’orlo della guerra civile mentre gli scontri si intensificano

Pubblicato il 28 Maggio 2011 - 11:48 OLTRE 6 MESI FA

Manifestazione antigovernativa a Sanaa

SANAA, YEMEN – I combattenti delle tribù yemenite hanno conquistato una installazione militare di truppe scelte fedeli al presidente Ali Abdullah Saleh nei pressi della capitale, Sanaa, mentre gli scontri si fanno sempre più intensi e cresce la minaccia di una guerra civile. Caccia yemeniti hanno sorvolato a velocità supersonica Sanaa, dove scontri sono scoppiati questa settimana dopo il fallimento di un accordo per destituire Saleh.

I combattimenti si sono estesi a nordest di Sanaa, dove leader tribali hanno dichiarato alla Reuters che oltre ad aver conquistato un postazione militare nella regione di Nahm stanno combattendo contro truppe governative intorno ad altre due postazioni a sud della capitale.

A Sanaa decine di migliaia di persone si sono riunite dopo le preghiere del venerdi per una manifestazione che hanno definito la ”Rivoluzione Pacifica del Venerdi” contro Saleh. La folla ha liberato colombe bianche sostenendo le bare delle circa 30 persone uccise nei combattimenti di questa settimana.

Alla manifestazione, ispirata dalle rivoluzioni in Tunisia ed Egitto, hanno partecipato meno persone del solito perchè migliaia di residenti sono fuggiti dalla capitale e il governo ha chiuso le strade attorno alla città per impedire alle tribù di entrare ed unirsi ai rivoltosi dell’alleanza tribale Ashed guidata da Sadeq al-Ahmar.

I combattimenti sono calati di intensità sabato dopo l’avvio di un tentativo di mediazione tra Ahmar e il governo in base al quale i rivoltosi hanno abbandonato gli edifici governativi di cui si erano impossessati in cambio di un cessate i fuoco e della partenza delle truppe di Saleh dalle loro aree.

”Siamo attualmente in fase di mediazione ed è in vigore un cessate il fuoco”, ha dichiarato Ahmar, che è vicino ad un partito fondamentalista islamico. ”Ma se Saleh ordina la ripresa dei combattimenti noi siamo pronti”, ha aggiunto. ”Noi volevamo che la rivoluzione fosse pacifica – ha proseguito – ma Saleh, i suoi figli e la sua cricca hanno voluto la guerra, ma noi non gli permetteremo di far sprofondare il Paese in una guerra civile”.

In Occidente e nel Medio Oriente crescono timori che lo Yemen, già un consolidato rifugio di Al Qaeda e sull’orlo della bancarotta, possa diventae uno stato disgregato che minerebbe la sicurezza regionale e costituire un serio rischio per l’Arabia Saudita, principale esportatore mondiale di petrolio. Sia gli Stati Uniti che l’Arabia Saudita, entrambi obiettivi di falliti attacchi da parte di Al Qaeda nello yemen, temono che il diffondersi dell’anarchia nello Yemen possa incoraggiare il gruppo terroristico ad intensificare la sua attività.