Baltimora:vince il premio Nobel, la informano alle 5 del mattino mentre fa il bucato

Pubblicato il 6 Ottobre 2009 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA

Carol Greider

Stava piegando il bucato, alle cinque di mattina, nella sua casa di Baltimora, quando una telefonata da Stoccolma l’ha informata che aveva vinto il Nobel per la medicina insieme alla sua maestra ed al collega Jack W. Szostak per le loro ricerche sui cromosomi.Tutti e tre gli scienziati sono americani ed è la prima volto che il Nobel viene assegnato in contemporanea a due donne.

La telefonata non se l’aspettava, «ma molti mi avevano detto che di qui a 10 anni i telomeri avrebbero avuto una possibilità di vincere il Nobel».

È stato questo questo il primo commento di Carol Greider, nata nel1961 a San Diego e ricercatrice all’università Johns Hopkins a Baltimora, premiata insieme alla sua maestra Elisabeth Blackburn, nata nel1948, insegnante di fisiologia all’Università della California di San Francisco.

La Greider ha  ha più l’aspetto di una tranquilla casalinga che quello di una secchiona.  «Il telefono ha squillato alle 5 del mattino, ma mi alzo sempre presto per fare ginnastica e in quel momento stavo finendo di fare il bucato» ha detto.

Il prestigioso riconoscimento è stato conferito ai ricercatori statunitensi per le  scoperte sul telomeri, una struttura che protegge le estremità dei cromosomi e che costituisce la difesa più importante contro i danni che possono verificarsi durante la divisione cellulare. Senza l’enzima il cromosoma si accorcia ogni volta che la cellula si divide fino a che il dna inizia a danneggiarsi. In presenza della telomerasi, sostanza che i ricercatori  hanno scoperto il giorno di Natale dell’84,  il cromosoma mantiene la sua lunghezza e la cellula non invecchia.

Sui telomeri «gli studi, in realtà , sono in pieno svolgimento. Solo adesso – sottolinea Carol Greider – iniziamo a capire tutte le implicazioni cliniche. In altri termini, sappiamo che i telomeri – aggiunge il neopremio Nobel – si trovano in una specie di equilibrio: si accorciano e si allungano, in continuazione. Come questo sia regolato, però , non è chiaro. Di sicuro, se si accorciano troppo, si può  essere colpiti da malattie degenerative, mentre, se diventano troppo lunghi, può insorgere il cancro».

Greider accarezza l'<ipotesi> di manipolare i telomeri per sconfiggere i tumori: «Sappiamo che il cancro non è una singola malattia, ma tante e diverse, anche se tutte hanno a che fare con la divisione cellulare: ecco perchè non credo che i telomeri risolveranno tutto, sebbene rappresentino una prospettiva eccitante e in certi casi potrebbero rivelarsi un’ottima cura». Il suo consiglio ai giovani ricercatori? «Sfrutta la tua curiosità – dice Greider – e non avere mai paura di fare domande estreme».