Caso Claps. Perito: “Ecco come ho identificato Elisa, determinante il test del Dna”

Pubblicato il 10 Giugno 2010 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA

Dopo 17 anni il corpo trovato nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza è stato identificato. Appartiene a Elisa Claps. Sono stati cinque gli elementi che hanno consentito al medico legale, Francesco Introna, di dire che la salma ritrovata il 17 marzo scorso era della ragazza scomparsa il 12 settembre 1993 nel capoluogo.

La perizia di Introna, di oltre 250 pagine, con ricco corredo fotografico, è stata depositata il 10 aprile scorso e da oltre una settimana è nella disponibilità delle parti. Gli elementi che hanno portato all’identificazione sono, prima di tutto la corrispondenza degli indumenti e degli oggetti trovati sul cadavere, gli stessi che Elisa indossava al momento della scomparsa.

Gli accertamenti fatti sulle ossa ritrovate e sulla dentatura hanno trovato corrispondenza con la struttura fisica e dentaria della ragazza scomparsa. Inoltre il confronto al computer fra le immagini del profilo dentario superiore di Elisa Claps e quello rilevato sul cranio esaminato hanno dato una ulteriore conferma. Infine l’esito della cosiddetta prova regina, il test del Dna. In questo caso il test è stato effettuato prelevando un campione dal femore dei resti di Elisa ed è stato confrontato con il sangue prelevato alla mamma della Claps.

Il medico legale ha inoltre scritto sulla perizia che il “taglio netto” riscontrato su alcune ciocche di capelli di Elisa Claps, “con ogni attendibilità “, fu eseguito “volontariamente mediante tagliente, dopo il posizionamento della salma nel luogo di rinvenimento” e dopo almeno 20-30 minuti dal decesso”.

In base a deduzioni di carattere scientifico “ed in considerazione dei tempi di essiccamento del sangue fresco – scrive Introna – riteniamo possibile prospettare che il lasso di tempo tra exitus e taglio della punta di alcune ciocche possa essere stato anche relativamente breve: 20-30 minuti; è questo – aggiunge il medico legale – il tempo minimo necessario per osservare un minimo, non completo, essiccamento del sangue fresco che avviluppa piccole ciocche di capelli”.

Sul cadavere di Elisa Claps, al momento del ritrovamento, dice Introna “erano disposte, a parziale copertura, tre tegole; altre se ne trovavano appoggiate ed impilate in verticale alla struttura muraria, in tutta prossimità dei piedi della salma”.  “Sulla salma – aggiunge il perito – non era presente altro materiale di risulta, né erano presenti segni di apposizione di altre tegole eventualmente rimosse”.

La prima tegola, non integra, spiega il perito, era tra il cranio e l’avambraccio destro della salma, a parziale copertura di una mano. La seconda tegola “era prospiciente alle regioni toraco addominali di destra della salma e prendeva contatto inferiormente con l’arto inferiore di destra”. La terza tegola, infine, era sull’arto inferiore di sinistra, “con concavità posta a copertura della curvatura propria della coscia”.

Per il delitto di Elisa Claps è detenuto in Inghilterra Danilo Restivo, di 38 anni – assistito dai legali Mario e Stefania Marinelli – al quale è stato notificato un mandato di arresto internazionale emesso dalla magistratura di Salerno. L’uomo è sospettato di aver ucciso la ragazza, che all’epoca della scomparsa aveva 16 anni, con almeno 13 coltellate durante un’aggressione con movente sessuale.