Coronavirus entro dieci anni sarà un comune raffreddore: è quanto sostiene un gruppo di scienziati americani

di FIlippo Limoncelli
Pubblicato il 22 Maggio 2021 - 13:55 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus raffreddore

Coronavirus entro dieci anni sarà un comune raffreddore: è quanto sostiene un gruppo di scienziati americani (foto ANSA)

Numerosi esperti ritengono che il coronavirus da pandemico diventerà endemico, di conseguenza riducendo progressivamente la sua aggressività fino a renderlo molto simile ad un comune raffreddore entro i prossimi dieci anni.

Come riportato dal Corriere della Sera, dalle continue ricerche sulla diffusione del coronavirus arrivano ulteriori buone notizie. Lo scenario sopra citato, è stato descritto da due differenti gruppi di scienziati: quelli dell’Università Columbia di New York (autori dell’articolo “Will SARS-CoV-2 become endemic?”) e i colleghi dei Dipartimenti di Biologia delle università Emory e Statale della Pennsylvania (che hanno pubblicato lo studio “Immunological characteristics govern the transition of COVID-19 to endemicity”).

Lo studio: il preciso modello matematico sul coronavirus

Gli scienziati, appartenenti al Dipartimento di Matematica dell’Università dello Utah e coordinati dal professor Fred Adler, docente di matematica presso l’ateneo di Salt Lake City, sono giunti alle loro conclusioni mettendo a punto un sofisticatissimo modello matematico in grado di prevedere quando l’interazione tra tre specifici fattori porterà il virus Covid 19 a non essere più così aggressivo e virulento grazie alla trasformazione in patogeno endemico.

I tre fattori presi in esame sono la gravità delle infezioni consecutive; la suscettibilità all’infezione severa in base all’età e la riduzione della gravità grazie all’immunità parziale, innescata sia dalla campagna vaccinale che dalle precedenti infezioni.

Il modello matematico funziona elaborando la nostra risposta immunitaria in base ai dati raccolti durante la pandemia; tra le informazioni “date in pasto” al modello affinché le elaborasse, figurano ad esempio la bassa probabilità che i bambini sviluppino la forma grave della COVID-19, la proporzionalità tra la quantità di virus con cui si entra in contatto e la gravità della patologia che si sperimenta e il fatto che gli adulti immunizzati risultano più protetti dalla forma grave dell’infezione. Combinando diversi scenari, le simulazioni portavano sempre a un’evoluzionepositiva del coronavirus SARS-CoV-2.

“I risultati suggeriscono che i cambiamenti nella malattia potrebbero essere guidati da adattamenti della nostra risposta immunitaria piuttosto che da cambiamenti nel virus stesso”, hanno sottolineato gli autori dello studio.