Esa “delega” ai robot l’esplorazione spaziale: Meteron in fase di sperimentazione

Pubblicato il 30 Giugno 2011 - 20:21 OLTRE 6 MESI FA

Justin - androide dell'Esa (Credit: Esa)

ROMA – Esplorare la Luna, Marte e gli altri pianeti stando “comodamente” seduti in un laboratorio: questo è l’obiettivo di Meteron, un programma dell’agenzia spaziale europea (Esa) che permetterà di visitare luoghi remoti attraverso il controllo di robot, che sostituiranno l’uomo nel suo lavoro di esplorazione.

Il primo passo del programma Meteron, Multi-purpose End-To-End Robotic Operations Networks, riguarda il rover Eurobot che sarà testato sulla Terra e telecomandato dagli astronauti della Iss, Stazione spaziale internazionale, che saranno dotati di joystick e particolari schermi per il controllo in remoto del dispositivo. Il rover si muove su 4 ruote ed è dotato di due braccia meccaniche, telecamere e sensori che sono in fase di test dal 2008.

“La stazione spaziale è la piattaforma orbitante perfetta per simulare uno scenario il più possibile realistico di esplorazione”, ha spiegato Kim Nergaard dell’Esa. “Prima di tutto dobbiamo stabilire una struttura di comunicazione robusta, un sistema operativo e definire un protocollo per permettere agli astronauti, ai robot e alle stazioni di controllo dell’Esa di lavorare in maniera efficiente”, ha aggiunto la Nergaard.

L’innovazione di questo programma consiste anche nel “riciclare” tecnologie e strumenti già esistenti: “la realizzazione di Meteron è veloce poiché si avvale di infrastrutture e tecnologie esistenti senza richiedere ingenti investimenti”, ha spiegato François Bosquillon de Frescheville, responsabile del programma per le  missioni di esplorazione spaziale.

La prossima fase del programma sarà quella di testare Justin, un androide che riproduce il senso umano del tatto e la forza, il cui controllo a distanza sarà effettuato dagli astronauti attraverso un esoscheletro indossabile. André Schiele del ha spiegato che “con questi sensi gli astronauti avranno una percezione reale della forza che le braccia del robot sviluppano nelle loro esperienze, ad esempio quando spingono una roccia o effettuano manovre più complesse per settare l’hardware”. In futuro saranno i robot a svolgere lo “sporco” lavoro dell’esplorazione, ma attraverso il controllo remoto l’uomo potrà “sentire” ciò che loro sentono e vivere l’esperienza in prima persona.