Santanchè: “Era Flavio che parlava, le intercettazioni? Una metastasi”

Pubblicato il 12 Giugno 2011 - 08:42 OLTRE 6 MESI FA

Daniela Santanchè (Foto Lapresse)

ROMA – ”E’ uno stupro, una violenza. Non c’è nessun reato: è solo uno sfogo fatto da un amico di vecchia data. Io non faccio che ascoltare e molte delle cose che dico sono semplici intercalari”. Lo afferma il sottosegretario Daniela Santanché, in un’intervista a La Stampa, sulle intercettazioni sue e di Flavio Briatore pubblicate nei giorni scorsi. Santanché si difende e parla dell’ ”affetto” con cui cercava di capire e aggiunge: ”mi dispiaceva ascoltare qualcuno che raccontava queste cose”.

”Io conosco Berlusconi – prosegue il sottosegretario – non sono preoccupata di quello che può fare ma di quello che invece viene raccontato, pensavo, se dice queste cose un amico parlando di un altro amico, qui viene giù tutto”. Santanchè esclude di aver parlato del giornalista Emilio Fede, ”è Flavio che parla di lui”, precisa. E ”mi dispiace che si sia offeso – afferma – ma io non sono solita dare giudizi neanche quando penso che nessuno mi ascolti”. Infine, il sottosegretario si scaglia contro chi fa uscire le intercettazioni dalle procure e le passa ai giornali: ”cosa devo pensare? Che sono metastasi della società”.