Sarah Scazzi, un testimone: “Sabrina mi disse che era in birreria per dimenticare”

Pubblicato il 15 Novembre 2010 - 20:10 OLTRE 6 MESI FA

Sarah Scazzi

”Mi trovo in birreria per dimenticare”. Cosi’ Sabrina Misseri rispose, la sera della scomparsa di Sarah Scazzi, ad una coppia di fidanzati suoi amici, Miriam e Tony, che la chiamarono al cellulare dopo aver sentito dei rumori provenire dal palazzetto dello sport di Avetrana mentre i due mangiavano in auto una pizza davanti alla struttura.

Lo riferisce ai carabinieri, nell’audizione del 27 ottobre scorso, la testimone Anna Cosima Pisano’. Miriam e’ la figlia diciannovenne della donna. Anna Cosima Pisano’ aggiunge che la figlia e il fidanzato, dopo aver sentito i rumori, chiamarono subito Sabrina (erano le 21 del 26 agosto) perche’ suggestionati dalle notizie sulla scomparsa di Sarah. I rumori sospetti la donna dice che ”sembravano essere riconducibili ad una mano che graffia una superficie, nonche’ una voce bassissima come di qualcuno che cercava di chiedere aiuto”.

”Mia figlia – dice la donna a verbale – molto delusa” dalla risposta di Sabrina ”ha chiamato il mio cellulare (…) Io e mio marito ci siamo precipitati sul posto. Erano piu’ o meno le 21.30. Dopo di noi sono arrivati Alessio Pisello e Mariangela Spagnoletti. Tutti insieme abbiamo continuato a sentire questi strani rumori e abbiamo cercato di fare ingresso nel palazzetto, chiamando nel contempo il vice sindaco e i carabinieri. Sono arrivati entrambi in brevissimo tempo”.

Nel palazzetto non vi era nessuno. Subito dopo – aggiunge Pisano’ – ”sono arrivati Ivano Russo e Sabrina Misseri con la macchina che so essere di Ivano. Ho notato che Ivano non e’ nemmeno sceso dall’auto, mentre Sabrina lo fece appoggiandosi al muso della macchina rimanendo con le braccia conserte”. ”Sabrina – conclude – si e’ limitata a dire frasi del tipo che era impossibile che Sarah si trovasse all’interno del palazzetto e che noi ci eravamo fatti ‘dei film’, lasciandoci suggestionare. Non mi sembro’ affatto preoccupata anzi, con atteggiamento spavaldo, ci prendeva in giro. L’unica cosa che disse con tono serio, ribadendola anche al vicesindaco, era che gli autori del ‘rapimento’ di Sarah erano sicuramente ‘quelli di San Pancrazio”’, dove Sarah era stata pochi giorni prima.