Scuola, la Consulta boccia le graduatorie “in coda”. Abrogata la “salva-precari” della Gelmini

Pubblicato il 9 Febbraio 2011 - 17:13| Aggiornato il 10 Febbraio 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nell’aggiornamento delle graduatorie a esaurimento disposto dalle norme vigenti, il personale docente ha diritto al trasferimento e all’inserimento a pettine secondo il proprio punteggio (merito) e non secondo l’anzianità di iscrizione in graduatoria. Lo stabilisce una sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittimo l’articolo 1 (comma 4 ter) del dl 134 del 2009 perché viola l’articolo 3 della Costituzione.

Le graduatorie per le supplenze sono sempre state un rebus. Ma due anni fa il rebus era stato complicato ancora di più da una legge fortemente voluta dalla Lega. Se un insegnante precario decide di cambiare graduatoria e passare da una provincia ad un’altra, perde il punteggio che aveva costruito negli anni con le supplenze e i corsi di aggiornamento. E viene inserito in fondo alla classifica anche se ha più punti di quelli che gli stanno davanti. Inserimento in coda e non a pettine, dice il gergo della burocrazia scolastica. Ma mercoledì questa norma è stata bocciata dalla Corte costituzionale perché “in modo irragionevole” viola l’articolo 3 della nostra Carta, quello per cui “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”.

”Viene abrogata la norma del salva-precari voluta dal ministro Gelmini e dalla Lega per evitare il commissariamento” spiega l’associazione Anief sottolineando che ora oltre 15.000 ricorrenti iscritti al Sindacato possono reclamare il ruolo.

“A questo punto – dichiara il presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico – il ministro Gelmini dovrebbe prendere atto di non essere stata capace di gestire le graduatorie del personale docente, dovrebbe assumersi la responsabilità di aver creato un profondo danno erariale alle casse dello Stato e sanare la posizione dei ricorrenti aventi diritto, senza nulla togliere ai docenti già individuati nei contratti, come da prassi corrente”. Secondo l’associazione, la sentenza della Consulta spazza via così ogni dubbio anche a chi ha proposto la proroga delle graduatorie in emendamenti specifici al Milleproroghe.

Cosa succede adesso? Le graduatorie andranno rifatte. Ma il vero problema è che le vecchie liste bocciate dalla Consulta sono state già utilizzate non solo per assegnare le supplenze ma anche per decidere le immissioni in ruolo. Si apre la strada, quindi, ad una serie di ricorsi che potrebbero creare un vero e proprio caos. Secondo l’Anief, il sindacato che aveva sollevato per primo la questione davanti al Tar, sono almeno 15 mila i precari che adesso potranno chiedere la sospirata immissione in ruolo.