A 13 anni dalla sua morte, Milano vuole intitolare una strada a Gianni Versace

Pubblicato il 15 Luglio 2010 - 16:52| Aggiornato il 16 Luglio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Potrebbe, anzi dovrebbe, essere intitolato a Gianni Versace un parco, una strada o un viale, un posto bello di Milano o, ancor meglio, un luogo che, proprio con l’aiuto della moda, può diventare bello, più bello. E’ questa l’idea emersa a Milano giovedì, anniversario dell’uccisione dello stilista cui la città della moda deve tanto.

Tredici anni fa Versace veniva ucciso a Miami. Oggi la sua casa di moda da Milano continua a diffondere nel mondo un messaggio di bellezza e sensualità. Gianni Versace era appassionato di arte, ma ne aveva un’idea non egoistica, aveva un grande senso della comunità, era uno – spiega il fratello Santo – che concepiva la vita con la gioia della generosità. A Gianni si deve, 20 anni fa, anche la nascita di Convivio, il più grande evento della moda per la ricerca contro l’Aids.

L’idea di dedicare a Gianni Versace un luogo milanese è venuta fuori oggi, a Palazzo Marino, alla presentazione della Vogue Fashion Night Out, programmata per il prossimo 9 settembre. La proposta è stata subito raccolta da Mario Boselli, presidente della Camera della Moda. L’assessore Giovanni Terzi l’ha immediatamente rilanciata: ”Accolgo l’idea. Mi pare perfino strano che non sia venuta prima. Si’, Milano dovrebbe proprio dedicare a Versace una strada”. ”O magari un parco, un angolo di verde” ha suggerito l’assessore Cadeo, ricordando che, grazie ai fondi raccolti con la prima edizione della Fashion Night Out, verranno piantati 5500 alberi nella parte centrale di Viale Monza (su un tratto di 3 km) e che l’edizione di quest’anno farà almeno altrettanto con il Villaggio Barona, valorizzando una ex area industriale che sta diventando un progetto sociale. L’idea è che la moda ‘abbellisca’ un luogo e lo renda più bello per sempre: anche per questo sarebbe piaciuta a Gianni Versace la Vogue Fashion Night Out, ovvero il giorno più lungo della moda a Milano, con i negozi spalancati per accogliere tutti e per spiegare un mondo fatto di genialità, creatività, lavoro e, perché no, anche di generosità.