Milionario Usa investe nel Bedlington: squadra di dilettanti inglesi di nona serie

Pubblicato il 8 Febbraio 2011 - 19:04 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – La Premier League parla ormai sempre più con l’accento americano, ma non si era ancora visto un milionario a stelle e strisce investire in una squadretta di dilettanti di uno sperduto paesino nel nord Inghilterra. Dai fastosi consigli direttivi di Manchester United e Liverpool, acquistati da proprietà Usa per centinaia di milioni di sterline, al modesto Bedlington Terriers, club della nona serie inglese.

Perché è a Bedlington, in questo villaggio non lontano dal confine con la Scozia, che Bob Rich ha deciso di spendere un po’ dei suoi soldi. Tutta colpa di sua moglie che lo scorso Natale gli ha regalato il titolo nobiliare di “Lord of Bedlington”. Così Rich – settantenne milionario di Buffalo, presidente di un colosso dei surgelati, la Rich Products Corporation, al numero 488 nella classifica di Forbes degli uomini più ricchi del pianeta, con un patrimonio personale di circa due miliardi di euro – investito del nuovo blasone, ha deciso di prendersi cura della squadra di calcio locale.

Non acquistando la società, bensì sponsorizzandola e fornendo ai suoi attuali dirigenti consulenze gratis in materia di marketing e merchandising. Un intervento a 360 gradi per riportare entusiasmo attorno al club, riportando gli appassionati al Welfare Park, fatiscente impianto che conta al massimo 100 spettatori a partita. I primi 16 mila dollari sono serviti per le nuove divise, ora sponsorizzate dall’azienda statunitense, e per pagare i debiti.

Presto verrà installato un maxi-schermo all’interno dello stadio per trasmettere spot pubblicitari prima delle partite. Quindi sarà rizollato il campo di gioco che tra novembre e gennaio è rimasto ghiacciato, quindi inutilizzabile, per 54 giorni. E altri intrecci commerciali sull’asse Bedlington-Buffolo sono al varo per i prossimi mesi.

L’obiettivo è rendere il club finanziariamente autosufficiente e magari ottenere qualche promozione. Ma senza spese folli, rispettando la dimensione “locale” come alternativa al calcio “globalizzato” della Premier League. “Siamo qui per aiutare questo club ad aiutarsi da solo – ha spiegato Rich al New York Times – Trovo tante similitudini tra questa realtà e Buffalo. E credo che con le nostre conoscenze potremo sviluppare sempre nuove idee commerciali”.