Dramma al Giro d’Italia: Weylandt cade e rimane esanime a terra

Pubblicato il 9 Maggio 2011 - 16:41 OLTRE 6 MESI FA

Wouter Weylandt (foto La Presse)

RAPALLO (GENOVA) – Wouter Weylandt stava affrontando l’ennesima discesa al Giro d’Italia, quella del Passo del Bocco, poi all’improvviso la caduta, il pedale che sbatte contro un muretto, la bicicletta che sbanda, poi un volo di dieci metri e il buio. La testa che sbatte addosso a un muro, il sangue che esce e il ciclista che non si rialza. Era quasi arrivato al traguardo il belga della Leopard-Trek, mancavano una ventina di chilometri a Rapallo, dove termina la terza tappa. Ma una caduta lo ha fermato e le sue condizioni sono definite “gravissime”.

Dopo la caduta arrivano i primi soccorsi, i medici tentano di rianimarlo, provano col massaggio cardiaco ma niente.  I medici, quattro sopra di lui, tentano allora con iniezioni di adrenalina e atropina. Ma Weylandt continua a rimanere a terra esamine e a non dare segni di vita. Corre la paura di un nuovo dramma al Giro d’Italia.

Le telecamere inquadrano il volto insanguinato del corridore belga, le tecniche per rianimarlo si fanno sempre più frenetiche ma inutili, si aspettano soccorsi che non arrivano per portarlo in ospedale. Il 118 è stato allertato, è già partito un elicottero da Genova ma per arrivare a Rapallo ci vuole un po’. E intanto l’ansia e la paura che il ciclista sia in pericolo di vita crescono. Nel frattempo lo spagnolo Vicioso vince la tappa ma la direzione del Giro, in attesa di notizie più precise, ha deciso di sospendere il consueto festoso cerimoniale.

Poi finalmente arriva l’elicottero ma non atterra subito. Fa degli ampi giri in aria per decidere se atterrare, e dove atterrare, o calare il verricello dall’alto, ma quest’ultima operazione sembra molto difficile. Allora inizia a balenare l’ipotesi di trasferire il ciclista in autoambulanza per raggiungere un punto dove il velivolo possa atterrare e caricare la barella. E intanto passano i minuti, tempo importantissimo per salvare la vita al belga, che è ancora esamine per terra.