Sci, condannato per concussione il presidente della Fisi Morzenti

Pubblicato il 30 Ottobre 2010 - 07:56| Aggiornato il 31 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Dure condanne per il presidente della Fisi (Federazione nazionale sci) Giovanni Morzenti e per il colonnello della Guardia di Finanza Maurizio Caboni: al primo il tribunale di Cuneo ha inflitto quattro anni e sei mesi, di cui due condonati e al secondo sette anni, di cui tre condonati, per il reato rispettivamente di concussione e di concorso in concussione.

A entrambi è stata inflitta l’interdizione perpetua ai pubblici uffici. I fatti risalgono al 2006: il colonnello, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto denaro dall’imprenditore cuneese Walter Lannutti e da altri, in cambio di ”protezione” in accertamenti fiscali. Ad accusare Morzenti, presidente della società di gestione impianti di risalita del comprensorio sciistico di Limone Piemonte, l’imprenditore Francesco Peyrone e l’impresario edile Osvaldo Arnaudo: il primo avrebbe dato 50 mila euro a Morzenti per evitare di essere coinvolto in un processo a carico dell’ex comandante provinciale della Finanza. Tre mesi dopo sarebbe stato Arnaudo a consegnare 10 mila euro a Morzenti ”per levarselo di torno”. I due condannati ricorreranno in appello.

La sentenza del Tribunale di Cuneo che ha condannato Morzenti a quattro anni per concussione ha lasciato ”stupefatti e amareggiati” i suoi avvocati Anfora e Ferrero. ”Infatti se da un lato assolvendo Morzenti per i capi relativi alle imputazioni mosse da Arnaudo, la sentenza – spiegano – demolisce l’ impianto accusatorio cosi come prospettato nella sua interezza dalla pubblica accusa, smentendo completamente la tesi di una continuita’ e sistematicita’ delittuosa del imputato, dall’ altro lascia del tutto sconcertati per una condanna su fatti che non sono mai stati supportati da elementi oggettivi ma solo dalle discutibili, lacunose e a tratti reticenti dichiarazioni di Francesco Peyrone”. Gli avvocati si dicono ”convinti che la Corte d’appello porra’ rimedio ad una sentenza iniqua e ingiusta, che ofusca l’ operato di una persona onesta”. Contestualmente alla sentenza Morzenti ha avvertito il segretario del Coni Gianni Petrucci e il sottosegretario allo sport Rocco Crimi.