Veltroni si dà al teatro, in un monologo la tragedia juventina di Heysel

Pubblicato il 21 Marzo 2010 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA

Ha sempre tifato Juventus, anche quando sul palco del Circo Massimo festeggiò la Roma campione d’Italia. Lì fu un dovere istituzionale, in fondo Walter Veltroni era sindaco della capitale e doveva tenere un certo “contegno”. Pochi mesi fa lanciò la pietra e nascose la mano quando si candidò a presidente della vecchia Signora. Insomma l’amore bianconero non l’ha mai abbandonato tanto da incorniciarlo oggi in un monologo teatrale dal titolo “Quando cade l’acrobata, entrano i clown”. Veltroni scrive della tragedia avvenuta il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, costata la vita a 39 tifosi della Juventus. L’opera teatrale dell’ex leader del Pd uscirà il 27 aprile da Einaudi e andrà in scena l’8 luglio al Ravello Festival.

Veltroni ne parla in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano ‘La Stampa’ e spiega la scelta del titolo: «E’ la frase che disse Platini per giustificare l’esultanza del rigore e il giro di campo». «Poi è un monologo che ho scritto su commissione. Perchè sì, di solito le idee mi nascono dentro – che so, l’ispirazione di un romanzo o di un saggio -, questa volta invece mi è arrivata da fuori, dal direttore del Ravello Festival, Stefano Valanzuolo. Mi confidò di aver dedicato l’edizione 2010 al tema della follia, e quale esempio più concreto e appropriato della mattanza di Bruxelles?».

Una mattanza che però è servita a «poco, purtroppo» e sicuramente «più agli inglesi che a noi» dice Veltroni. «L’Heysel risale al 1985. Quattro anni dopo, le nemesi storica avrebbe preso di mira proprio i tifosi del Liverpool, novantasei dei quali morirono schiacciati allo stadio Hillsborough (Sheffield) durante la semifinale di Coppa d’Inghilterra con il Nottingham Forest: a partita appena iniziata e a gradinate strapiene, aprirono di botto i cancelli e si creò un ingorgo spaventoso, letale». Veltroni riflette anche sulla violenza nel calcio italiano: «Oggi gli stadi sono più sorvegliati. La violenza si è spostata fuori, nelle strade, agli autogrill. Rimane un quoziente di teppismo che rispecchia l’odio sparato dalla società».