Ruffini “provoca” Masi: “Su La7 Mentana intervista Fini, la Rai manda in onda il circo”

Pubblicato il 13 Settembre 2010 - 15:17 OLTRE 6 MESI FA

Paolo Ruffini

Il direttore di Rai Tre Paolo Ruffini è polemico con l’azienda di viale Mazzini: “Mentre Fini era ospite di Mentana da noi c’era una replica del circo”.

Ruffini ha parlato durante la presentazione di Ballarò, il programma di approfondimento politico condotto da Giovanni Floris, che partirà con una settimana di ritardo rispetto alle previsioni: ”Il bello della democrazia è avere idee diverse e confrontarsi. Avremmo voluto partire prima. Ma non è stato possibile. Ora andremo avanti senza censure, autocensure e falsi pudori”.

”Raitre aveva chiesto che Ballarò partisse il 7 settembre, in anticipo di una settimana – ha raccontato Ruffini – Ma l’azienda ha preferito mantenere immutata la programmazione. Quel giorno Fini era ospite di Mentana al tg de La7. Noi invece siamo andati in onda con una replica del Circo”.

Ruffini e Floris hanno ricordato che già ad agosto era partita ”la richiesta di andare in onda con una puntata speciale, quando è nato il gruppo di Futuro e Libertà. Ma l’azienda ha deciso che era meglio di no, che per informare bastavano gli spazi che le testate avevano concesso e a Linea Notte di allungarsi per una settimana. Poi c’è stato il discorso di Mirabello. Abbiamo chiesto di partire il 7 settembre, ma l’azienda ha detto no perche’ non voleva variare il palinsesto”.

Ballarò, ha sottolineato Ruffini, ”era pronto a fare uno speciale, come ad agosto, e solo con le forze interne. Anche Crozza era disposto ad interrompere le sue vacanze in montagna per esserci. La mancata messa in onda non ha avuto ragioni produttive o contrattuali”.

Reintegrato alla direzione di Raitre dopo aver vinto una causa contro la Rai, Ruffini ha affermato: ”Cerco di fare ogni giorno il mio dovere e quello che è nelle mie possibilità. Alcuni ‘no’ non li ho condivisi. Un’azienda ben regolata non è un’azienda anarchica, ci vogliono regole, ma si deve fondare sull’autonomia editoriale e il pluralismo. Sarebbe grave se ci fosse una voce sola e un coro monocorde”.