Turismo: l’Appenino piace sempre di meno, calo del 20% delle visite in 2 anni

Pubblicato il 14 Aprile 2011 - 17:45 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’assenza di comfort alberghiero, di entertainment e di glamour è la ragione per cui l’Appennino italiano rischia di dover ”sopravvivere come luogo ideale per gli escursionisti o per il solo turismo di sosta”. Deludente lo scenario descritto dalla società di consulenza e marketing per il turismo e l’ospitalità Trademark Italia, in base ai risultati di un’indagine sugli operatori delle località appenniniche rispetto all’inverno 2010 e 2011: secondo il report consuntivo della ricerca, infatti, rispetto a due anni fa, l’ Appennino ha subito una flessione turistica del 20%.

Ciò è causato in parte da condizioni metereologiche, non favorevoli, e dalla crisi economica generale soprattutto perchè quest’area non rappresenta pienamente gli stereotipi della montagna (22% degli intervistati; e poi, manca dei complementi di comfort che gratificano i turisti invernali (44%), è fuori dal mercato (16%), non è prestigioso come le mete alpine (12%). Il 55% degli operatori delle località appenniniche, del resto, dichiara di non avere una casella di posta elettronica, nè un sito internet e nell’area di ricerca scarseggia la presenza di alberghi a quattro o cinque stelle e di Spa rispetto alle località trentine, altoatesine, lombarde, venete e valdostane.

La competitività, dunque, non dipende dalle tariffe degli skipass e degli hotel, che Trademark Italia ha rilevato pressochè uguali a quelle alpine, ma da un’inferiore qualità dell’ospitalità, dell’accessibilità e dell’appeal turistico. In particolare, mentre il Terminillo e il Monte Livata permangono in una situazione di stallo, l’Appennino abruzzese ha registrato un calo degli arrivi pari al 9%. Presenze in diminuzione del 6% e ricavi del 4% durante le festività di fine anno e flessione dal 6 all’11% delle settimane bianche durante tutto l’inverno sull’Appennino emiliano. L’aumento dei costi per chi gestisce impianti di risalita, fa notare infine Trademark Italia, ha eroso i margini di guadagno e la maggioranza delle stazioni sciistiche attendono iniziative pubbliche di sostegno.