Berlusconi: “Votiamo il capo dello Stato”. Alfano sbaglia e lo chiama presidente

Pubblicato il 25 Maggio 2012 - 12:03 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il popolo italiano elegga direttamente il presidente della Repubblica: Silvio Berlusconi ne ha parlato apertamente nella conferenza stampa al Senato. E sul motivo è illuminante il lapsus del segretario del Pdl Angelino Alfano: “Come dice il presidente Repubblica, volevo dire il presidente Berlusconi…”. E l’ex premier schivo: ”Io al Quirinale? Farò quello che mi chiederà il Pdl. Non è una mia ambizione, ma ci sono responsabilità a cui uno non si può sottrarre”.

In ogni caso sottolinea che C’è ”il desiderio di approfondire quello che da 30 anni si è portato sui tavoli della riforma costituzionale e cioè la possibilità che i cittadini a decidere il presidente della Repubblica. Abbiamo deciso di compiere il gesto ardito di presentare al Paese, alla maggioranza e all’opposizione una possibilità di modernizzazione del Paese, dando la possibilità di incidere direttamente attraverso elezioni primarie sulla scelta del presidente”. Accanto alle primarie, per Berlusconi si tratta di permettere ai cittadini di fare ”scelte sui contenuti del programma e di portare il Paese fuori dalle secche della impossibilità di governare con efficacia una situazione di grande difficoltà e profonda crisi”.

“Abbiamo lasciato il governo perché ci era parso necessario lasciare il posto ad un governo tecnico che avrebbe consentito un incontro tra maggioranza e opposizione ad un tavolo per arrivare in un tempio rapido una trattativa circa i cambiamenti istituzionale per il Paese e una riforma della Costituzione”. ”Era nostro dovere approfittare della possibilità di un governo tecnico che continuasse il lavoro che avevamo iniziato anche rispondendo alle richieste dell’Ue, per fare incontrare maggioranza ed opposizione ad un tavolo e fare le riforme”.

”Noi intendiamo proporre il modello francese con il doppio turno. Quanto alla legge elettorale, siamo a disposizione e dico agli amici della opposizione che se dovessero accettare la profonda innovazione della architettura istituzionale che proponiamo saremmo disponibili a seguirli sulle loro idee anche sul sistema elettorale”.

”Io non posso escludere iniziative di altri e quindi se ci saranno liste civiche nel centrodestra non ci sarà nessuna preclusione. Ultimamente la stampa scrive articoli assolutamente lontani dalla realtà e con moltissime frasi tra virgolette che erano assolutamente il contrario di quanto pensavo e penso”. ”Grillo simile a me? Non mi sembra che si possa dire cosi”.

Sulla possibilità di ricandidarsi alla presidenza del Consiglio nel 2013, Berlusconi ha detto: ”Ne ho già discusso dentro il Pdl e confermo che preferirei non essere il candidato premier’‘.

Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha spiegato nei dettagli “il desiderio di approfondire quello che da 30 anni si è portato sui tavoli della riforma costituzionale e cioè la possibilità che i cittadini a decidere il presidente della Repubblica”. Una novità che prenderà la forma di un emendamento del Pdl al testo per le riforme istituzionali, che la prossima settimana approderà nell’aula del Senato. E nella foga dell’annuncio, aggiungendo che ci muoviamo “nella logica dell’ora o mai più”, Alfano è incappato in un lapsus: “Come dice il presidente Repubblica, volevo dire il presidente Berlusconi…”, ha detto. ”Siamo disponibili a concorrere ed a organizzare primarie aperte per la premiership e di programma”, ha detto Alfano.

”Chi ha responsabilità date dai cittadini deve assumersi delle resposnsabilità. La cosiddetta seconda Repubblica non ha realizzato le promesse, dobbiamo fondare la Terza Repubblica. L’Italia ha bisogno di essere modernizzata”. ”I partiti dovranno rinnovarsi a destra e sinistra, noi ci rivolgiamo a chi vuole un’alleanza con gli innovatori liberali, riformisti e moderati. Un’alternativa alla sinistra, un soggetto aperto con vertici scelti da militanti”.

”Noi non vogliamo tirare per la giacca nessuno. Stiamo facendo un discorso che riteniamo serio e ponderato, no una giostra di nomi, pensiamo al bene dell’Italia. Già la bicamerale approvò un testo sul semipresidenzialismo. Noi non facciamo un problema di nomi, ma di contenuti. Terremo un altro incontro per i contenuti e per la proposta di una federazione per l’Italia”.