Coronavirus, come ci si lava davvero le mani. Il video con la guida Oms

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 24 Febbraio 2020 - 11:36 OLTRE 6 MESI FA
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Coronavirus, come ci si lava davvero le mani. Il video con la guida Oms

ROMA – Per combattere il coronavirus il metodo migliore resta quello di lavarsi le mani. L’80% delle malattie sono infatti trasmesse tramite il tatto, spiegano i medici.

Come spiega La Stampa che pubblica un video che mostra come lavarle correttamente, le mani possono diventare un incredibile ricettacolo di batteri, visto che ognuno di noi può averne fino a 3 mila tipi diversi sulla superficie.

Ecco perché non solamente è necessario lavarsi la mani, ma bisogna seguire un serie di precisi passaggi. Le varie fasi del metodo sono illustrate in un filmato diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità qualche anno fa. Il passaggio fondamentale è quello di strofinare le mani in ogni parte: dita, polpastrelli e dorso.

Oltre all’Oms, in Rete ci sono vari suggerimenti a riguardo. L’Ansa spiega ad esempiop che bisogna insaponarle per almeno 20 secondi. In molti però non lo fanno: uno studio del luglio 2018 ha mostrato che molti cibi che cuciniamo vengono contaminati dalle mani lavate male. Lo studio aveva   rivelato che l’80% delle persone aveva impiegato meno di venti secondi per lavarsi le mani. 

Sulla questione è intervenuta anche l’Oxfam, una confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale. Un loro studio ha mostrato che un gesto semplice come la pulizia delle mani, nei soli paesi in via di sviluppo potrebbe prevenire ogni anno la morte di 1 milione di bambini (sotto i 5 anni) sui 4 milioni che perdono la vita a causa di malattie diarroiche e polmonite.

Il segreto della corretta pulizia è lavare ogni parte della mano. Successivamente si deve usare della carta anche per chiudere il rubinetto oltre che per asciugarsi le mani, per eviatare di entrare di nuovo in contatto con oggetti molto sporchi come i rubinetti dei bagni pubblici. 

Fonte: La Stampa, Oms, Ansa