Travaglio: “Schettino come Berlusconi, colpa dello scoglio comunista?”

Pubblicato il 20 Gennaio 2012 - 10:43 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nel suo monologo durante l’ultima puntata di “Servizio Pubblico”, Marco Travaglio parla degli arresti domiciliari di Schettino, delle regole, dei controlli che chissà per quante volte sono stati evitati e della tragedia avvenuta sulla Costa Concordia. “Quelli che dicono: Crisi? Quale crisi? I ristoranti sono pieni, gli aerei anche, la stiva non parliamone. L’affondamento non è reale, è psicologico. È il classico naufragio… percepito”.

“Le bugie, l’abbandono e una volta tanto arriva un De Falco finalmente: Vada a bordo, cazzo. E di nuovo si allude a Berlusconi: La mamma del comandante si chiama mamma Rosa. E come si poteva chiamare? E qua mi fermo, sennò a qualcuno viene in mente quell’altro, coi capelli impomatati, che invece di pilotare andava a gnocca e alla fine ha abbandonato la nave che affondava, per senso di responsabilità, di notte, uscendo dal retro del Quirinale per scappare alla folla, e naturalmente ha lasciato i soccorsi agli altri, cioè ai tecnici”.

“Non è colpa sua – prosegue Travaglio – è un complotto dei famosi speroni rossi, delle carte comuniste, lo scoglio giustizialista spuntato a sua insaputa”.