Raid israeliano sulla chiesa cattolica di Gaza: due morti, ferito anche padre Romanelli. Meloni: “Attacchi inaccettabili”

Un violento raid ha colpito la chiesa cattolica della Sacra Famiglia a Gaza, provocando due morti e sei feriti gravi. Tra i feriti figura anche il parroco, padre Gabriel Romanelli, 56 anni, argentino di origine italiana e appartenente all’Istituto del Verbo Incarnato. Il sacerdote, da trent’anni in Medio Oriente, è stato colpito lievemente a una gamba.

La notizia, diffusa dall’ANSA, ha suscitato forte preoccupazione, data la centralità della parrocchia per la piccola comunità cristiana rimasta nella Striscia. L’attacco rappresenta un ulteriore colpo a un luogo considerato un raro rifugio di pace in mezzo al conflitto. La chiesa ospita oggi centinaia di civili sfollati, molti dei quali anziani, disabili o malati.

Una comunità cristiana allo stremo

Dall’inizio del conflitto a Gaza, la comunità cristiana si è dimezzata: da oltre 1000 a circa 500 persone, secondo quanto dichiarato dallo stesso padre Romanelli ai media vaticani. Circa 300 cristiani sono riusciti a lasciare la Striscia attraverso il valico di Rafah, mentre altri 54 sono morti, 16 dei quali in seguito al bombardamento della chiesa di San Porfirio. La lista dei caduti comprende anche Elham Farah, un’anziana musicista uccisa nel novembre 2023, e Nahida e Samar, madre e figlia uccise a dicembre appena fuori dalla Sacra Famiglia. Oltre ai bombardamenti, molti cristiani sono deceduti a causa dell’impossibilità di accedere a cure mediche essenziali. Attualmente, circa 50 tra bambini e disabili sono accuditi dalle suore di Madre Teresa, che continuano a prestare assistenza tra mille difficoltà.

Meloni: “Da Israele da mesi attacchi inaccettabili a civili”

Dura la posizione della premier Meloni: “I raid israeliani su Gaza colpiscono anche la chiesa della Sacra Famiglia. Sono inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta dimostrando da mesi. Nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento”.