A 5 anni investe in bici l’anziana signora che sbatte la testa e muore: “omicidio colposo”, paga il papà

E' quanto successo in un parco pubblico milanese. Un papà ci aveva portato il figlio di 5 anni. Questa volta, la prima, niente rotelle sulla bici...

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Aprile 2023 - 09:12 OLTRE 6 MESI FA
5 anni investe signora omicidio colposo

Foto Ansa

Dura lex… Se poi ci si mette contro anche il destino può capitare che la gioiosa esperienza familiare di insegnare a guidare la bicicletta al proprio figlioletto si trasformi in un incubo giudiziario.

A 5 anni investe in bici l’anziana signora, per il papà “omicidio colposo”

E’ quanto successo in un parco pubblico milanese. Un papà ci aveva portato il figlio di 5 anni. Questa volta, la prima, niente rotelle. Lo ha issato sulla piccola bici, poi, con mille cautele lo ha lasciato andare. Un paio di giri, poi il bambino perde un po’ il controllo del mezzo. 

Non troppo veloce, non riesce comunque a frenare in tempo, finendo per avvicinarsi troppo a due anziane signore che sopraggiungevano. Una delle due, una signora di 87 anni, viene urtata. Non proprio investita. Tanto basta però per farle perdere l’equilibrio. Si appoggia al bastone, inutilmente.

Cadendo sbatte la testa. Non sembra granché, è caduta piano. La signora si rialza. Il padre insiste per  chiamare ugualmente l’ambulanza. Quando arriva in ospedale la situazione precipita all’improvviso. Si trattava di trauma cranico. La signora perde coscienza e muore.

A questo punto – racconta il Corriere della Sera – la macchina giudiziaria si mette in moto. La legge prevede che qualcuno si assuma la responsabilità dell’incidente. Che non può essere addossata a un bambino di 5 anni. Tocca al padre. L’accusa è da far tremare le vene ai polsi: omicidio colposo.

“Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”

Secondo l’articolo 40 del codice, “non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo“.

L’uomo passerà i suoi bravi guai, la morte della signora impedisce l’accesso ai benefici di legge. La tenuità del fatto poi non può essere invocata. Ma a pesare di più, in prospettiva, sarà il risarcimento del danno, sempre in capo al padre.

Secondo le tabelle civilistiche dovrà sborsare 200mila euro. Senza una polizza assicurativa (tipo quella chiamata del “capofamiglia”) quell’innocente giro in bici non ha solo messo fine all’esistenza della povera signora, ma ha anche ipotecato, per il peggio, il futuro della famiglia.