Esplosione Pescara, morto Alessio Di Giacomo. “Colpa del deposito giudiziario”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Luglio 2013 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA
Esplosione Pescara, morto Alessio Di Giacomo. Colpa del deposito giudiziario?

Foto Ansa

CITTA’ SANT’ANGELO (PESCARA) – Esplosione a Città Sant’Angelo, vicino Pescara, causa del botto: sarebbe stato il deposito giudiziario di botti illegali ad esplodere per primo nell’azienda dei fratelli Di Giacomo. Nell’incidente è morto Alessio Di Giacomo Lo scrive l’Ansa aggiungendo che

testimoni e prime ipotesi d’indagine confermano che l’incidente ha avuto origine non nella fabbrica Di Giacomo ma nella casamatta giudiziaria.

Inoltre l’Ansa racconta che non c’è stata un’unica esplosione:

Sono state due complessivamente le esplosioni che ieri hanno devastato la collina a Villa Cipressi, provocando quattro morti. La prima, intorno alle 10.15, si è verificata nel deposito autorizzato nel quale le forze dell’ordine conservavano in deposito giudiziario tutti i botti sequestrati illegalmente nelle varie indagini in Abruzzo. La seconda esplosione, che ha ucciso il giovane Alessio Di Giacomo, il cui corpo è stato l’unico ritrovato al momento, è avvenuta nella fabbrica.

L’Ansa cita anche l’unico testimone di quanto accaduto:

E’ l’unico testimone oculare e può raccontare perchè ha visto fisicamente l’esplosione. Sergio, 66 anni, è il trattorista di un’azienda agricola che ha i terreni sulle colline prospicienti la fabbrica Di Giacomo è saltata in aria a Villa Cipressi di Città S.Angelo.

”Stavo arando il terreno quando mi sono dovuto fermare e spegnere perchè avevo appena ricevuto una telefonata – inizia il racconto Sergio, ex militare nel genio pionieri dei paracadutisti – stavo proprio guardando in quella direzione, quando all’improvviso si è scatenato l’inferno. Sotto di me il terreno ha cominciato a sollevarsi, fumo, polvere e un rumore incredibile, ma il ricordo più forte è la pioggia di macerie incandescenti. Tutti gli incendi dei terreni circostanti – prosegue – è stava dovuta proprio a questi blocchi di cemento o altro materiale che sono caduti sul terreno dopo l’esplosione, come palle di fuoco”.