E’ allarme frane sui ghiacciai. Giornate roventi e notti calde: in alta quota, queste condizioni meteorologiche possono rendere instabili rocce, ghiacciai e tratti innevati, aumentando il rischio di percorrere alcuni itinerari. E’ l’allerta lanciata dal Collegio nazionale delle guide alpine italiane.
Ghiacciai, è allarme frane
“Quando lo zero termico si attesta sui 4.600-4.800 metri come in questi giorni, il rigelo notturno è praticamente assente, l’acqua entra nelle fessure della roccia provocando, a lungo andare, frane e crolli”, spiega Mario Ravello, guida alpina della Valle d’Aosta e geologo. Gli itinerari di misto, ovvero con neve, roccia e ghiaccio, sono i più a rischio.
Se manca il rigelo notturno, spiega Mario Ravello, “gli itinerari non sono affidabili ed è inutile, come fanno molti, cambiare semplicemente l’orario di partenza: se non rigela di notte, è inutile partire prima, l’instabilità permane”.
Sottolinea il professionista: “La frana rappresenta l’evento finale di un processo di degenerazione della stabilità della roccia, ma i problemi per l’alpinista si verificano molto prima, quando la fusione della neve inizia a destabilizzare l’ammasso roccioso, soprattutto dove questo è maggiormente fratturato”. Ricordando che “non ci sono enti o strutture che fanno bollettini sulla percorribilità delle vie”, Ravello spiega che occorre “valutare i bollettini meteo che indicano sempre dov’è lo zero termico e informarsi bene molto bene sulle condizioni della zona, raccogliendo notizie specifiche sulla via che si vuole percorrere, in primis dalle guide alpine e i rifugisti locali, poi anche tramite i social”. In assenza di informazioni specifiche è “meglio lasciar perdere”.
Il consiglio è di “di non trascurare, in queste condizioni, le cosiddette ‘banali’ camminate su ghiacciaio accessibili a chiunque, dove c’è magari una bella traccia che però risale a quando la tenuta della neve era buona”. Inoltre su ghiacciaio “è importante trovare la traccia giusta e non seguire semplicemente la più diretta per essere più veloci” e se non si è in grado di farlo “meglio affidarsi a professionisti come le guide alpine”.
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