Dalla Cina arriva un nuovo allarme sanitario, su cui è già intervenuta l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha chiesto ufficialmente alla gigante asiatico di fornire informazioni sui focolai di polmoniti segnalati nei bambini dopo che la Commissione sanitaria nazionale di Pechino, in una conferenza stampa del 13 novembre, ha segnalato una crescita del fenomeno nel Paese.
Una delle ipotesi, secondo l’epidemiologo Eric Feigl-Ding, è che la malattia sia causata dal batterio “Mycoplasma pneumoniae”, microrganismo responsabile di patologie che interessano in prevalenza l’apparato respiratorio. Dalle poche informazioni che si hanno finora sembra che i sintomi principali siano raffreddore, tosse, mal di gola e affaticamento. Si parla anche di “noduli polmonari“, anche se le comuni infezioni polmonari infantili non dovrebbero causarli. Il punto è capire se si tratti di un microrganismo già noto oppure di un virus o un batterio sconosciuto.
L’agenzia di Ginevra ha riferito che gruppi, tra cui il Programma per il monitoraggio delle malattie emergenti, hanno segnalato focolai di polmonite non diagnosticata nei bambini nel nord della Cina e non è chiaro se i casi siano associati all’aumento complessivo delle infezioni respiratorie segnalato in precedenza dalle autorità cinesi o ad eventi separati.Â
L’Oms ha richiesto ulteriori informazioni epidemiologiche e cliniche sull’attuale circolazione dei patogeni, Sars-CoV-2, il virus respiratorio sinciziale, causa frequente di patologia delle vie aeree inferiori nei lattanti e il mycoplasma pneumoniae, nonché risultati di laboratorio su questi focolai, attraverso il meccanismo del Regolamento sanitario internazionale. Il primo avviso era arrivato da ProMed, sistema di sorveglianza delle malattie emergenti dell’International Society for Infectious Diseases (Isid), lo stesso che aveva lanciato per primo l’allarme sul virus respiratorio all’epoca sconosciuto: il Sars-CoV-2.Â
L’ipotesi delle autorità cinesi è che il rialzo dei casi sia dovuto alla revoca delle restrizioni anti-Covid e alla circolazione di agenti patogeni come l’influenza. Qualcosa di simile a quello che è avvenuto lo scorso anno in Europa e Stati Uniti. Le autorità cinesi, inoltre, hanno sottolineato la necessità di rafforzare la sorveglianza in strutture sanitarie e comunità , nonché di rafforzare la capacità di gestione del sistema sanitario.
Fare vaccini, indossare mascherine e lavarsi le mani: le raccomandazioni dell’Oms
L’Oms raccomanda alla popolazione cinese “di seguire le misure per ridurre il rischio di malattie respiratorie, che comprendono le vaccinazioni raccomandati, tenersi a distanza dalle persone malate, rimanere a casa quando si è ammalati, sottoporsi a esami e cure mediche se necessario, indossare mascherine, garantire una buona ventilazione e lavarsi regolarmente le mani”.
La parole dell’infettivologo Matteo Bassetti
“È determinante, però, non commettere gli stessi errori del passato. Bisogna che la Cina renda immediatamente trasparenti tutti i dati, compresi campioni respiratori e di tessuto, all’Organizzazione mondiale della sanità — ha detto all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova —. È fondamentale che la Cina comunichi rapidamente all’Oms che cosa è successo, se siamo di fronte a un microrganismo già noto oppure se si tratta di un virus o un batterio sconosciuto, se l’epidemia è semplicemente legata al clima. Insomma è fondamentale che si faccia luce sulla questione nelle prossime ore”.Â