Gaza, 60 morti nelle ultime ore, in 27 erano in attesa di aiuti umanitari. Per la Bbc “i negoziati tra Hamas e Israele sono vicini al collasso”

All’alba di sabato 12 luglio, 60 palestinesi sono stati uccisi nei raid israeliani sulla Striscia di Gaza. Tra loro, in 27 erano in attesa di aiuti umanitari in un punto di distribuzione a nord di Rafah. Secondo l’agenza palestinese Wafa e Al-Jazzera, le forze israeliane hanno aperto il fuoco sulla folla. Altre 16 persone, tra cui donne e bambini, sono invece morte nella città di Gaza dove sono state colpite diverse zone residenziali ed anche l’area dell’Università Islamica. C’è anche una bambina morta vicino ad una scuola nel campo profughi di Nuseirat dopo il bombardamento di un’abitazione, che ha provocato anche il ferimento di diverse persone e un drone che ha attaccato un campo profughi ad Al-Manasra sterminando un’intera famiglia.

L’esercito israeliano ha giustificato gli attacchi spiegando che nelle ultime 48 ore l’aeronautica militare israeliana ha colpito oltre 250 obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza. Secondo l’Idf tra gli obiettivi c’erano agenti, edifici dotati di trappole esplosive, depositi di armi, postazioni di lancio di carri armati, postazioni di cecchini, tunnel e altre infrastrutture terroristiche. A scriverlo è il Times of Israel.

“Trattative tra Hamas e Israele vicine al collasso”

Tutto questo avviene in una situazione di quasi collasso dei colloqui indiretti tra Israele e Hamas in corso a Doha. A riportarlo è la Bbc. Secondo fonti palestinesi, la delegazione israeliana sarebbe stata inviata senza un mandato pieno. L’unico obiettivo era di prendere tempo dopo la missione di Benjamin Netanyahu a Washington. Hamas ha chiesto un ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia, Tel Aviv vorrebbe invece soltanto riposizionarsi militarmente.

Fonti palestinesi vicine alla trattativa, secondo quanto ha riportato la Bbc, hanno intanto attaccato il premier israeliano. Nonostante Benyamin Netanyahu, di ritorno dagli Usa, abbia parlato di un possibile accordo “in pochi giorni”, le fonti hanno accusato Netanyahu di aver “preso tempo” col suo viaggio a Washington da Donald Trump e di non aver deliberatamente dato alla delegazione israeliana a Doha un mandato forte per chiudere la trattativa.