
Washington, uccisi a colpi d'arma da fuoco due dipendenti dell'ambasciata israeliana. Arrestato un uomo: "L'ho fatto per Gaza, liberate la Palestina" (nella foto Ansa le vittime Sarah Milgrim e Yaron Lischinsky) - Blitz Quotidiano
Sarah Milgrim e Yaron Lischinsky, due dipendenti dell’ambasciata israeliana, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco all’esterno del Jewish Museum di Washington. A dare la notizia è stato il segretario per la Sicurezza Nazionale statunitense Kristi Noem: “Due dipendenti dell’ambasciata israeliana sono stati uccisi senza motivo vicino al Jewish Museum di Washington DC”, ha scritto su X. “Stiamo indagando per avere più informazioni da condividere. Preghiamo per le famiglie delle vittime. Consegneremo il colpevole alla giustizia”.
Il sospettato di aver commesso l’omicidio è stato arrestato. Lo ha dichiarato la responsabile della Polizia metropolitana della capitale, Pamela Smith. Prima della sparatoria, il sospetto è stato visto aggirarsi nei pressi del museo ebraico. Si tratta di Elias Rodriguez, un trentenne originario di Chicago. Durante l’arresto, come mostra il video postato qui di seguito su X, Rodriguez avrebbe gridato “Free Palestine”.
Dopo aver commesso l’omicidio ha atteso per circa dieci minuti l’arrivo della polizia prima di consegnarsi agli agenti, ai quali ha detto: “L’ho fatto io, l’ho fatto per Gaza. Liberate la Palestina!”. A raccontarlo alla Cnn è Sara Marinuzzi, una testimone oculare. Secondo la donna, Rodriguez ha inizialmente finto di essere un testimone dell’attacco: ha chiesto alla sicurezza del museo di chiamare la polizia e “le guardie di sicurezza gli hanno offerto dell’acqua, cercando di confortarlo – ha raccontato Marinuzzi –. Aveva un comportamento piuttosto irregolare, le guardie hanno pensato che avesse assistito alla sparatoria”.
Two Israeli Embassy staffers were ass*ssinated outside the Jewish Museum in Washington DC
This is the terrorist Elias Rodriguez, who shot and killed a Jewish couple outside the Jewish museum in DC.
‘Free Palestine’ can now OFFICIALLY be considered a terrorist chant. pic.twitter.com/0AN89lzKuy
— Sumit (@SumitHansd) May 22, 2025
Su X, l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite Danny Danon ha scritto: “La sparatoria mortale avvenuta all’esterno dell’evento che si è svolto al Jewish Museum di Washington è un depravato atto di terrorismo antisemita. Fare del male alla comunità ebraica significa oltrepassare una linea rossa. Siamo fiduciosi che le autorità statunitensi intraprenderanno azioni forti contro il responsabile di questo atto criminale. Israele continuerà ad agire con determinazione per proteggere i propri cittadini e rappresentanti, ovunque nel mondo”.
Questo il commento di Donald Trump su Truth: “Questi orribili omicidi, basati ovviamente sull’antisemitismo, devono finire, ORA! L’odio e il radicalismo non hanno posto negli Stati Uniti. Condoglianze alle famiglie delle vittime. È sconfortante che simili eventi possano ancora verificarsi. Che Dio vi benedica tutti!”.
Anche il segretario di Stato statunitense, Marco Rubio, ha commentato su X quanto accaduto: “Condanniamo con la massima fermezza l’omicidio di due funzionari dell’ambasciata israeliana a Washington. Le nostre preghiere sono con i loro cari. Si è trattato di un atto sfacciato di violenza vile e antisemita. Non ci siano dubbi: rintracceremo i responsabili e li assicureremo alla giustizia”.
“Sono sconvolto dalle scene di Washington DC. Questo è un atto spregevole di odio e antisemitismo, che ha causato la morte di due giovani dipendenti dell’ambasciata israeliana”, ha scritto sempre su X il presidente israeliano Isaac Herzog. “I nostri cuori sono con i cari delle vittime e le nostre preghiere sono rivolte a loro. Invio il mio pieno sostegno all’ambasciatore e a tutto il personale dell’ambasciata. Siamo al fianco della comunità ebraica a Washington DC e in tutti gli Stati Uniti. Stati Uniti e Israele resteranno uniti in difesa del nostro popolo e dei nostri valori comuni. Il terrore e l’odio non ci spezzeranno”.
“L’istigazione all’odio contro Israele”
Durissimi il premier Benyamin Netanyahu e Gideon Sa’ar, il ministro degli Esteri israeliano. Per Netanyahu l’attentato è frutto della “selvaggia istigazione” contro Israele ed ha annunciato di aver ordinato un rafforzamento della sicurezza nelle missioni diplomatiche del Paese in tutto il mondo. Lo stesso concetto lo ha ribadito Sa’ar in una conferenza stampa a Gerusalemme: “Esiste un filo diretto che collega l’incitamento antisemita e anti-israeliano all’attentato a Washington. Questa istigazione viene praticata anche da leader e funzionari di molti Paesi e organizzazioni internazionali, soprattutto europei. Le calunnie sul sangue, sul genocidio, sui crimini contro l’umanità e sull’uccisione di neonati hanno spianato la strada proprio a tali omicidi. Ecco cosa succede quando i leader del mondo si arrendono alla propaganda terroristica palestinese e la servono”.
A queste dichiarazioni ha fatto eco quella del ministro Amichai Chikli apparsa anch’essa su X: “Dobbiamo chiamare a rispondere per quello che è successo a Washington anche i leader irresponsabili dell’Occidente che sostengono l’odio” verso Israele. “Il presidente Emmanuel Macron, il premier Keir Starmer, il primo ministro canadese Mark Carney hanno tutti incoraggiato, in modi diversi, le forze del terrore senza tracciare linee rosse morali. Questa codardia viene pagata dal sangue ebraico”, ha aggiunto il ministro israeliano.

Chi sono le due vittime
L’ambasciatore israeliano a Washington Yechiel Leiter, ha affermato che le vittime dell’attentato erano una coppia prossima al fidanzamento: a riportarlo è il Guardian. L’uomo aveva acquistato un anello questa settimana, “con l’intenzione di fare la proposta di matrimonio la prossima settimana a Gerusalemme”, ha aggiunto Leiter.
In un post su X, Amichai Chikli ha scritto che a perdere la vita è stato il 28enne Yaron Lischinsky che lavorava nel dipartimento politico dell’ambasciata israeliana a Washington. Sulla sua pagina LinkedIn aveva scritto: “Credo fermamente nella visione delineata negli Accordi di Abramo e credo che ampliare il cerchio della pace con i nostri vicini arabi e perseguire la cooperazione regionale sia nel migliore interesse dello Stato di Israele e del Medio Oriente nel suo complesso. A tal fine, sostengo il dialogo interreligioso e la comprensione interculturale”.
La seconda vittima dell’attentato è Sarah Milgrim, ebrea americana impiegata presso l’ambasciata israeliana negli Stati Uniti: “Yaron e Sarah erano nostri amici e colleghi”, ha scritto l’ambasciata su X.
“Erano nel fiore degli anni. Ieri sera, un terrorista li ha uccisi a colpi d’arma da fuoco mentre uscivano da un evento al Capital Jewish Museum di Washington“. Nella nota c’è scritto ancora: “L’intero personale dell’ambasciata è devastato dal loro assassinio. Non ci sono parole che possano esprimere la profondità del nostro dolore e del nostro orrore per questa perdita devastante. I nostri cuori sono con le loro famiglie e l’ambasciata sarà al loro fianco in questo momento terribile”.