(Foto Ansa)
Nel 2024, i Centri di Ascolto e i servizi della Caritas Italiana hanno accolto 277.775 persone, corrispondenti ad altrettanti nuclei familiari. Si tratta di un aumento del 3% rispetto al 2023 e del 62,6% rispetto al 2014. Tuttavia, cala l’incidenza dei “nuovi ascolti” (dal 41% al 37,7%), mentre aumentano i casi di povertà di lunga durata o intermittente. Oltre un assistito su quattro (26,7%) vive una condizione di disagio cronico e stabile. L’età media degli assistiti è di 47,8 anni.
Cresce significativamente la presenza di anziani: se nel 2015 gli over 65 erano il 7,7%, oggi rappresentano il 14,3% (il 24,3% tra gli italiani). Le famiglie con figli restano le più colpite, costituendo il 63,4% del totale.
Preoccupante è anche la fragilità lavorativa: il 47,9% è disoccupato, mentre il 23,5% ha un’occupazione che non lo protegge dalla povertà. Tra i 35-54enni, i “working poor” superano il 30%.
Tra i disagi più diffusi vi sono quello abitativo e quello sanitario. Il 33% vive almeno una forma di disagio legato alla casa, e il 15,7% manifesta vulnerabilità sanitarie, spesso senza accesso a cure adeguate. La povertà sanitaria si intreccia con altri bisogni, generando un circolo vizioso che coinvolge casa, salute, lavoro, istruzione e relazioni. Come afferma don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, i dati raccontano storie concrete e invitano tutta la comunità a un impegno responsabile e solidale verso chi resta ai margini. Fammi sapere se vuoi adattarlo a uno stile più giornalistico, narrativo o argomentativo.
“Non si tratta solo di numeri – avverte il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello – ma di donne e uomini che appartengono alle nostre comunità. I dati ci aiutano a capire, ma non bastano da soli. Ci chiedono di andare oltre una lettura superficiale, oltre l’analisi sociologica. In gioco c’è la vita di chi resta ai margini ed è spesso invisibile”.