Il colombiano Santiago Buitrago, 23 anni, alfiere del team Bahrain Victorius,ha vinto in solitaria la tappa regina del Giro d’Italia. Primo, nettamente, sul traguardo iconico delle Tre Cime di Lavaredo. Geraint Thomas ha conservato la maglia rosa con apparente facilità rintuzzando gli attacchi finali di Roglic. A 10 anni dall’epica vittoria di Vincenzo Nibali sotto la neve , un altro talentuoso scalatore si è imposto nella tappa regina. La maglia rosa Thomas ha guadagnato dei secondi preziosi su Roglic e Almeida.
Tappa regina con 5 salite
La tappa più attesa e temuta ha mantenuto intatti i pronostici della vigilia. Frazione dolomitica della più bell’acqua. Ben 183 km con un arrivo a 2.304 ribattezzato “Cima Coppi”, ovvero la vetta più alta del Giro, edizione 106. Tappa con 5 Gpm di cui tre di prima categoria : Passo Valparola (2.196 m.), Passo Giau (2.236 m.) e il mitico Passo Tre Cime di Lavaredo (2.304). Totale : 5.400 metri di dislivello. Con un finale di 4 km al 12% e punte del 18%. Due solo sprint intermedi: a Caprile dopo 41 km e a Cortina dopo 161,3 km; traguardo volante , quest’ultimo, che ha innescato la salita al Passo Tre Croci (1.805 m.). Geraint Thomas l’ha definita “la giornata più terribile della mia carriera”.
Da Longarone alle Tre Cime
Un tappone. Partenza alle 11.59. Al via 128 corridori di 22 squadra. Primo traguardo volante vinto da Stojnic. Davide Gabburo si aggiudica il Campolomgo (1.875 m.) davanti a Mattia Bais. Fuga di 15 all’attacco del Valparola di cui due azzurri: Oldani e Gabburo con Buitrago, Derek Gee e Pronskiy. Proprio Derek Gee passa per primo sul Valparola. Il gruppo si disinteressa dei fuggitivi e accumula 8 minuti di ritardo. Ai -50 km la situazione è sostanzialmente immutata (7’40”). E inizia la salita di 9,9 km al Passo di Giau (Belluno). Durissima. Dislivello di oltre 900 metri. Il gruppo si scuote (finalmente!) e comincia un’altra corsa. Comincia la selezione. In evidenza Carlos Verona con Hepburn, Sanchez, Buitrago, Gee, Cort. Il quintetto al comando scollina ai – 39,3 km dal traguardo finale. Primo Derek Gee . Il gruppo segue con 6’54” di svantaggio.
Finale bagnato
A Cortina d’Ampezzo (gran folla) secondo traguardo volante di giornata vinto dal canadese di Ottawa Derek Gee, la Carovana finisce sotto un acquazzone. Ultimi 15 km: al comando restano in quattro: Buitrago, Gee, Hepburn, Nielsen. Il gruppo segue con 5’30” di ritardo ma sta cambiando ritmo. Ineos e Jumbo Visma guidano il gruppo ; Derek Gee vince anche il GPM Tre Croci. Inizia l’ultima salita e il plotone ha ridotto lo svantaggio (3’37”). Ultimi 5 km spumeggianti. Pendenze terribili, ali di folla, tifo alle stelle, bandiere di diverse nazioni al vento. È bagarre. Millecinquecento metri alla linea d’arrivo. Duello conclusivo. Allunga il colombiano Buitrago, Gee cede. Trionfa in solitaria Buitrago dopo 5h28’08”.
Ordine di arrivo
Primo Santiago Buitrago, secondo Derekgee (+51”), terzo Cort Magnus (+1’46”). A seguire Roglic (+1’46”), Thomas Geraint (+1’49”), Almeida (+2’09”), Caruso (+2’09”), Arensman (+2’09”), Pinot (+2’16), Rubio (+2’26”).
La classifica generale
Primo Thomas, secondo Roglic (+26”), terzo Almeida (+59”). A seguire Damiano Caruso (+4’11”), Dunbar (+4’53”), Thibaut Pinot (+5’10”), Arensman (+5’13”), Kemna (+5’54”), Leknessund (+6’08”),De Plus (+7’30”). TAPPA N.20 (sabato 27 maggio ) Penultimo arrivo in salita del Giro d’Italia. Cronoscalata tutta in Friuli di 18,6 km. Da Tarvisio al Monte Lussari. Dal comune al confine con la Slovenia al Santuario più famoso delle Alpi Giulie. Tracciato nel bosco con 7 km al 12% e punte del 22%.