Vaccino contro i tumori? A che punto è la scienza

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Giugno 2016 - 07:35 OLTRE 6 MESI FA
Vaccino contro i tumori? A che punto è la scienza

Vaccino contro i tumori? A che punto è la scienza

ROMA – Un vaccino contro il cancro, anzi: contro ogni tipo di tumore. Se ne è parlato in questi giorni grazie alla scoperta di un gruppo di scienziati tedeschi. Ma cosa c’è di vero? Ne parla l’Huffington Post:

Siamo di fronte ad una vera rivoluzione o ad una notizia ingigantita? La verità, in questo caso, sta nel mezzo: il vaccino sviluppato – che non previene il cancro bensì lo attacca – ha dimostrato essere efficace in alcuni casi di melanoma agendo attraverso la stimolazione del sistema immunitario. Una strategia utilizzata da anni – l’immunoterapia – che oggi ha già portato sul mercato diversi farmaci in grado di cambiare la storia di diversi tumori.

La vera novità è nella modalità con cui viene stimolato il sistema immunitario, teoricamente valido per qualunque tumore. Un approccio promettente – ancora in gran parte da valutare – che al momento è ancora ben lontano dall’essere considerato cura universale.Cosa c’è di nuovo allora nella scoperta degli scienziati tedeschi? A loro va il merito di aver sviluppato una strategia alternativa per “accendere” il sistema immunitario.

Ciò è stato possibile utilizzando delle specifiche molecole di Rna incapsulate all’interno di speciali vettori ricoperti di acidi grassi. In altre parole delle piccole nanosfere che, iniettante nella persona malata, raggiungono le cellule del sistema immunitario fornendo quelle indicazioni necessarie a riconoscere il tumore. Una via alternativa alla stimolazione che già oggi viene fatta mediante l’utilizzo di farmaci a base di anticorpi. «Lo studio –spiega il professor Maio- è molto interessante perché teoricamente si può istruire il sistema immunitario a rispondere contro uno specifico tumore a seconda dell’Rna che viene “caricato” nelle nanosfere». Ecco perché in linea di principio questo metodo potrebbe andare bene per tutti i tumori ed essere dunque “universale”. Al momento –a dispetto dei titoli trionfalistici- lo studio ha avuto successo in animali da laboratorio e in 3 persone affette da melanoma.