Berlusconi/ Patrizia D’Addario consegna materiale audio-video. Interrogate altre tre “colleghe” coinvolte, una fugge all’estero
Candidata alle elezioni comunali con la lista “Puglia prima di tutto“, la barese con la mania della registrazione Patrizia D’Addario, non è l’unica protagonista dell’ultima vicenda personal-giudiziaria che vede coinvolto il premier Silvio Berlusconi.
Intervistata dal Corriere della sera di ieri, la “Noemi di Bari” ha riferito di essere stata inserita in lista per aver partecipato a due feste alla presenza anche di altre tre ragazze, che hanno confermato di aver preso soldi per partecipare agli “eventi” a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa. Due sono state interrogate dal pubblico ministero a Bari, l’altra a Roma. Una di loro, spaventata per la sua sicurezza, ha chiesto di poter andare all’esterno per qualche tempo.
A trattare con le ragazze per le trasferte e i compensi sarebbe stato Giampaolo Tarantini, l’imprenditore pugliese di 35 anni, titolare insieme al fratello Claudio dell’azienda Tecnohospital. Per questo è stato iscritto nel registro degli indagati per induzione alla prostituzione e la scorsa settimana è stato interrogato alla presenza di un avvocato.
Non sapeva l’imprenditore di essere finito sotto inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Secondo l’ipotesi della Guardia di Finanza la sua azienda avrebbe versato laute mazzette per ottenere appalti nel settore sanitario. Un filone di questi accertamenti ha coinvolto tre mesi fa anche l’allora assessore regionale alla Sanità Alberto Tedesco, che per questo si è dimesso dall’incarico. Presentato alla D’Addario da un comune amico, dicendo di chiamarsi “Giampi”, Tarantini parlava al telefono con le ragazze, ma anche con le persone dell’entourage del premier. E quando ha affrontato l’argomento soldi, sono scattate le verifiche.
Di fronte al pubblico ministero la donna ha confermato che «per la prima serata l’accordo prevedeva un versamento di 2.000 euro, ma ne ho presi soltanto 1.000 perché non avevo accettato di rimanere. La seconda volta – era la notte dell’elezione di Barack Obama – sono rimasta e dunque ho lasciato palazzo Grazioli la mattina successiva. Quando sono arrivata in albergo la mia amica che aveva partecipato con me alla serata mi ha chiesto se avevo ricevuto la busta, ma io le ho risposto che non avevo ricevuto nulla. Il mio obiettivo era ricevere un aiuto per portare avanti un progetto immobiliare e Berlusconi mi aveva assicurato che lo avrebbe fatto. Giampaolo mi disse che se lui aveva fatto una promessa, l’avrebbe rispettata».
Il racconto della D’Addario e quello verbalizzato dalle altre tre ragazze coincidono perfettamente. Tutte avrebbero specificato di essere state «contattate da Giampaolo che ci chiedeva se eravamo disponibili a partire. Talvolta accadeva poche ore prima e in quel caso i biglietti aerei erano prepagati».
Poi sempre Tarantino andava a prenderle e «poco prima dell’arrivo – ha sottolineato Patrizia -, ci facevano tirare su i finestrini che erano sempre oscurati. Quando arrivavamo negli hotel ci veniva detto come dovevamo vestirci: abiti eleganti e poco trucco».
La candidata alle comunali ha depositato nella segreteria del pubblico ministero cinque o sei cassette audio e un video che la ritrae davanti a uno specchio e poi mostra una camera da letto in cui è appesa al muro un’immagine di Veronica Lario. Sarà attendibile?