Berlusconi/ Patrizia D’Addario consegna materiale audio-video. Interrogate altre tre “colleghe” coinvolte, una fugge all’estero

Pubblicato il 18 Giugno 2009 - 14:40| Aggiornato il 20 Novembre 2012 OLTRE 6 MESI FA

Candidata alle elezioni comunali con la lista “Puglia prima di tutto“, la barese con la mania della registrazione Patrizia D’Addario, non è l’unica protagonista dell’ultima vicenda personal-giudiziaria che vede coinvolto il premier Silvio Berlusconi.

Intervistata dal Corriere della sera di ieri, la “Noemi di Bari” ha riferito di essere stata inserita in lista per aver partecipato a due feste alla presenza anche di altre tre ragazze, che hanno confermato di aver preso soldi per partecipare agli “eventi” a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa. Due sono state interrogate dal pubblico ministero a Bari, l’altra a Roma. Una di loro, spaventata per la sua sicurezza, ha chiesto di poter andare all’esterno per qualche tempo.

A trattare con le ragazze per le trasferte e i compensi sareb­be stato Giampaolo Taranti­ni, l’imprenditore pugliese di 35 anni, titolare insieme al fratello Claudio dell’azienda Tecnohospi­tal. Per questo è stato iscritto nel registro degli indagati per induzione alla prostituzione e la scorsa settimana è stato interroga­to alla presenza di un avvoca­to.

Non sapeva l’imprendito­re di essere finito sotto in­chiesta per associazione a de­linquere finalizzata alla cor­ruzione. Secondo l’ipotesi della Guardia di Finanza la sua azienda avrebbe versato laute mazzette per ottenere appalti nel settore sanitario. Un filone di questi accerta­menti ha coinvolto tre mesi fa anche l’allora assessore re­gionale alla Sanità Alberto Tedesco, che per questo si è dimesso dall’incarico. Presentato alla D’Addario da un comune amico,  dicendo di chiamarsi “Giampi”, Tarantini parla­va al telefono con le ragazze, ma anche con le persone dell’entourage del premier. E quando ha af­frontato l’argomento soldi, sono scattate le verifiche.

Di fronte al pubbli­co ministero la donna ha confermato che «per la pri­ma serata l’accordo prevede­va un versamento di 2.000 euro, ma ne ho presi soltan­to 1.000 perché non avevo accettato di rimanere. La se­conda volta – era la notte dell’elezione di Barack Oba­ma – sono rimasta e dun­que ho lasciato palazzo Gra­zioli la mattina successiva. Quando sono arrivata in al­bergo la mia amica che ave­va partecipato con me alla se­rata mi ha chiesto se avevo ricevuto la busta, ma io le ho risposto che non avevo rice­vuto nulla. Il mio obiettivo era ricevere un aiuto per por­tare avanti un progetto im­mobiliare e Berlusconi mi aveva assicurato che lo avrebbe fatto. Giampaolo mi disse che se lui aveva fatto una promessa, l’avrebbe ri­spettata».

Il racconto della D’Adda­rio e quello verbalizzato dalle altre tre ra­gazze coincidono perfettamente. Tutte avrebbero speci­ficato di essere state «contat­tate da Giampaolo che ci chiedeva se eravamo dispo­nibili a partire. Talvolta acca­deva poche ore prima e in quel caso i biglietti aerei era­no prepagati».

Poi sempre Tarantino andava a prenderle  e «poco prima dell’arrivo – ha sottolinea­to Patrizia -, ci facevano ti­rare su i finestrini che erano sempre oscurati. Quando ar­rivavamo negli hotel ci veni­va detto come dovevamo ve­stirci: abiti eleganti e poco trucco».

La candidata alle comuna­li ha depositato nella segrete­ria del pubblico ministero cinque o sei cassette audio e un video che la ritrae davan­ti a uno specchio e poi mo­stra una camera da letto in cui è appesa al muro un’immagine di Veroni­ca Lario. Sarà attendibile?