Calcio, Inghilterra/ Vietato discutere, e circondare, l’arbitro. Questo provvedimento è applicabile in Italia?
Riley: l'arbitro inglese più famoso
Gli addetti ai lavori, da oggi, hanno il divieto di discutere l’operato dell’arbitro. In Inghilterra il direttore di gara torna ad essere intoccabile. La Football Association, alla luce degli ultimi episodi in Premier League, ha posto in essere severi provvedimenti per tutelare i suoi direttori di gara.
bandita ogni forma di pressione o condizionamento, vietato dichiarare se un direttore di gara è gradito o meno, vietato metterne in discussione la correttezza dopo. E soprattutto vietati gli assemblamenti di giocatori intorno al “referee” durante il match: club e calciatori rischiano almeno 3 giornate di squalifica.
Cosa accadrebbe se un provvedimento analogo fosse preso in Italia?
Nella patria di calciopoli tutti- addetti ai lavori, calciatori, allenatori, giornalisti, organi di stampa- sono abituati a giudicare l’operato dei fischietti italiani. È malcostume italiano giustificare una sconfitta dicendo che è stata causata da una madornale svista arbitrale.
Immaginatevi un Inter-Milan decisa da un rigore, inesistente, al 90° minuto. Come reagirebbero i giocatori? I tifosi? Lo stesso arbitro avrebbe l’autorità necessaria per farsi rispettare? L’allenatore punito dal penalty cosa dichiarerebbe a fine match? Questi ed altri interrogativi sono sollevabili in virtù della mentalità che c’è nel nostro movimento calcistico.
Ad oggi, ne siamo certi, le partite di Serie A terminerebbero 4 contro 4. La presenza di due, o più giocatori, che protestano veementemente contro l’arbitro è pane quotidiano nelle nostre partite. Tale regolamento nel nostro campionato è di difficilissima applicazione. Cosa farebbe Collina? Applicazione rigida ed immediata o applicazione soft con moratoria?
Il calcio inglese ci ha offerto questo spunto di interesse. Ognuno di noi può avere una propria idea a riguardo. Certamente da questa innovazione stile British può uscirne un interessantissimo dibattito. Dite la vostra.
