Carlo Tavecchio, non ci si crede: “Me ne vado vittima di sciacallaggio politico”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Novembre 2017 - 13:46 OLTRE 6 MESI FA
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Carlo Tavecchio si è dimesso

ROMA – Carlo Tavecchio si è dimesso e questa non è proprio una sorpresa. Ma sorprendente, da non credere è come Tavecchio si è dimesso da capo del calcio italiano. Ha fatto la vittima, si è detto bersaglio di invidie e “ambizioni” altrui. Addirittura ha voluto comunicare che la colpa del suo ingiusto andar via è…e di chi mai poteva essere se non dei politici?

Carlo Tavecchio nelle sue dimissioni tardive e date di evidente malavoglia mostra quanto c’è di capovolto nella nostra vita pubblica. Al posto dell’assumersi la responsabilità (gli oneri oltre che gli onori) di una carica o di un incarico, la presunzione che carica e incarico siano esentate da verifiche nei risultati. La presunzione, il vittimismo, l’agitare sempre complotti altrui, invidie, nemici che lavorano e colpiscono al buio, il prendersela con la politica, tanto tutti se la prendono con la politica.

Una cosa così chiara e netta: l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali di calcio 2.018 dopo 60 anni che non avveniva una cosa del genere viene trasformata in una chiacchiera gassosa, in un rimuginare e accusare indistinto e irresponsabile. In fondo un modo di far danno anche andandosene. E il peggio è che Carlo Tavecchio quando racconta e propala se stesso come vittima dei “cattivi” è in perfetta buona fede. Mentisse sapendo di mentire, sarebbe solo uno che ci prova. Invece, sincero come è, Tavecchio è davvero l’italiano medio e vero, qui e oggi.

Attese, invocate, pretese dai fatti e dalla pubblica opinione, alla fine le dimissioni dell’ormai ex presidente della Federcalcio dell’unica mancata partecipazioni ai mondiali di calcio da 60 anni a oggi, sono arrivate: Carlo Tavecchio si è fatto da parte. Si è arreso, non ha retto all’assedio. Non senza denunciare uno “sciacallaggio politico”.

“Ambizioni e sciacallaggi politici hanno impedito di confrontarci sulle ragioni di questo risultato”. Nella ricerca delle responsabilità della grave crisi del calcio italiano dopo la mancata qualificazione al Mondiale, è ciò che Carlo Tavecchio ha detto oggi ai consiglieri della Figc prima di chiedere le dimissioni di tutto il consiglio, ovviamente a cominciare da se stesso. “Ho preso atto del cambiamento di atteggiamento di alcuni voi”, ha poi aggiunto ai consiglieri.

“Le dichiarazioni che si sono susseguite nelle ultime due ore – ha detto ai consiglieri federali Tavecchio – hanno impedito alle due Leghe maggiori di partecipare un dibattito che investe anche loro”. “Ho preso atto del cambiamento di atteggiamento da parte di alcuni partecipanti alla riunione di mercoledì – ha aggiunto, riferendosi al vertice con le componenti a 48 ore dalla debacle della nazionale – Nonostante il documento che mi hanno richiesto e condiviso, non sono disposti nemmeno a discuterlo”. A conclusione di queste considerazioni, Tavecchio ha chiesto “le dimissioni di tutto il consiglio, me per primo”.