Crisi fa abbassare serrande, chiusi 36.000 negozi da gennaio a giugno

Pubblicato il 25 Settembre 2009 - 17:29 OLTRE 6 MESI FA

saracinescaSono ben 36.ooo i negozi italiani costretti a chiudere nel primo semestre del 2009. Sono i dati diffusi da Unioncamere. Secondo le stime di Confesercenti, le previsioni per fine 2009 sono ancora più nere: sono a rischio chiusura, circa 70 mila punti vendita.

A luglio le vendite al dettaglio sono diminuite, secondo l’Istat, dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 2,6% su base annua. E la flessione raggiunge dimensioni ancora più gravi per i piccoli esercizi commerciali.

Il calo delle vendite è il sesto consecutivo, il più pesante da marzo. Una flessione che, sottolinea l’Istat, ha riguardato sia i beni alimentari (-2,1%) sia quelli non alimentari (-2,8%). E che fa soffrire in particolare i negozi più piccoli: le vendite negli esercizi che operano su superfici ridotte sono calate del 3,7%, mentre la grande distribuzione si è difesa meglio e ha registrato un calo “solo” dello 0,8%.

Dati ancora più negativi se si prendono in considerazione le microimprese commerciali, quelle con meno di 5 addetti: hanno perso il 4,3% del giro d’affari.

La flessione pesante dei consumi mette in ginocchio sempre più negozi. Secondo le rilevazioni di Unioncamere nel primo semestre 2009 hanno chiuso 36 mila punti vendita al dettaglio. Le Regioni in cui è andata peggio sono Campania (dove hanno chiuso 4.598 negozi) e Lombardia (4.056 chiusure).

A livello nazionale, anche a voler considerare le nuove aperture, in sei mesi più di 10.000 punti vendita si sono “persi” nel buco nero della crisi. Ma le previsioni sono ancora più buie. «La conseguenza inevitabile di questi dati – dice il presidente di Confesercenti, Marco Venturi – non può che essere una serie di chiusure di esercizi con conseguente perdita di posti di lavoro».