Evasione fiscale/ Siglato accordo tra Ubs e il governo americano

Pubblicato il 13 Agosto 2009 - 02:05 OLTRE 6 MESI FA

Il governo americano, la controparte elvetica e il colosso bancario Ubs hanno trovato un accordo per patteggiare la causa in corso per evasione fiscale.

Tutti coloro che per anni hanno dormito sonni tranquilli pensando i propri capitali al sicuro nei forzieri svizzeri possono cominciare a tremare. Seguendo l’esempio americano, prima o poi anche le autorità fiscali europee, Italia in testa, cominceranno a muoversi  e è probabile che chiedano gli elenchi dei titolari dei depositi, anche se nel frattempo hanno spostato i soldi in qualche altro paradiso o hanno cambiato cittadinanza.

Il Wall Street Journal, che ha anticipato la notizia, specifica che le parti in causa, i cui legali hanno comunicato l’ok all’intesa al giudice di Miami titolare del processo, non hanno ancora diffuso i dettagli dell’intesa.

Secondo Washington, Ubs, che sta cercando di uscire dalle pesanti conseguenze della crisi finanziaria mondiale, avrebbe aiutato 52mila ricchi americani a evadere le tasse utilizzando i paradisi fiscali.

Il legale rappresentante degli Stati Uniti ha precisato che una volta che l’accordo sarà siglato le accuse a carico dell’istituto elvetico cadranno.

Dieci giorni fa da alcune indiscrezioni era emerso che Ubs sarebbe stata disponibile a consegnare alle autorità Usa circa 5mila nomi di clienti americani, un decimo dei 52mila richiesti dal fisco d’oltre oceano.

Ciò avverrebbe senza infrangere formalmente il segreto bancario svizzero, ma sfruttando la maggiore collaborazione elvetica in tema di evasione fiscale, accordo siglato dai governi di Berna e Washington nelle scorse settimane.

Ubs ha già pagato una multa di 780 milioni di dollari e ha già consegnato nei mesi scorsi, con l’accordo di Berna, i 200-300 nomi dei clienti Usa più esposti alle accuse di reati fiscali.