Fmi, Italia pronta ad agganciare la ripresa

Pubblicato il 19 Settembre 2009 - 18:50 OLTRE 6 MESI FA

pilL’Italia è pronta ad agganciare la ripresa. Ad affermarlo è Arrigo Sadun, direttore esecutivo per il nostro Paese del Fondo monetario internazionale, secondo cui il Pil italiano tornerà positivo sotto il profilo congiunturale «già entro quest’anno, probabilmente sin dal terzo trimestre». Insomma, ha affermato l’economista nel corso di un colloquio con l’Agi, il momento del rimbalzo della nostra economia «non è troppo distante». E «tutto positivo» appare anche il profilo del 2010, durante il quale il Pil avrà «un andamento congiunturale crescente nei quattro trimestri».

Dunque, se è vero che il World Economic Outlook dell’Fmi che sarà pubblicato tra una decina di giorni prevede in media d’anno una crescita di appena lo 0,2%, «perchè bisogna scontare gli effetti dell’uscita della crisi», i segni di ripresa sono destinati a farsi sempre «più chiari» e l’andamento congiunturale dell’economia sempre «più forte» nel corso dei prossimi mesi.

Sadun dice di non credere alla possibilità di «una doppia ricaduta», anche se, spiega, «l’esperienza insegna che, in uscita da una recessione, dopo un primo dato sul Pil molto positivo, largamente influenzato ad esempio dal dato sulle scorte, potrà esserci un controrimbalzo tecnico: non bisogna però confonderlo con una ricaduta congiunturale».

Piuttosto, «occorrerà lavorare per far sì che la tendenza positiva continui anche nel 2011. Le recessioni provocate da crisi finanziarie», rileva l’esponente del Fondo, «comportano una riduzione permanente del tasso potenziale di crescita di un Paese. E nel caso italiano il tasso era già basso. Probabilmente l’Italia, il cui tasso era per così dire «naturale» subirà un taglio inferiore rispetto ad altri paesi il cui tasso potenziale era invece «pompato», ma bisognerà comunque intervenire per rimuovere gli ostacoli che hanno finora tenuto frenata la nostra economia. Dovrà scattare la molla del «fare, senza attendere che sia la ripresa internazionale a trascinarci. Se ci riusciremo abbiamo la possibilità di accelerare più di altri».

Sadun non vede nell’andamento dell’economia italiana alcun ritardo rispetto a quello di altri Paesi industrializzati. «La nostra performance durante la crisi», osserva, «è stata in linea con quella di altri paesi avanzati ed europei, anche se siamo stati penalizzati dall’elevato debito pubblico che ha necessariamente ristretto il margine di manovra per gli stimoli fiscali. Anche le prospettive immediate di ripresa», aggiunge, «sono sostanzialmente in linea con quelle di altri paesi avanzati. Il vero problema è quello che ci trasciniamo da tempo e che rischia di diventare più difficoltoso in un quadro di crescita mondiale relativamente modesta: come aumentare il potenziale di crescita della nostra economia. Per far ciò sono necessarie le riforme strutturali: maggiore flessibilità, apertura dei mercati, maggior concorrenza, innovazione».