Guido Rossa: chi era il sindacalista ucciso dalle Br

Pubblicato il 27 Aprile 2011 - 00:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Un nucleo armato della BR ha giustiziato Guido Rossa, spia e delatore all'interno dello stabilimento Italsider di Cornigliano (Genova).Il suo tradimento di classe è ancor più squallido e ottuso in considerazione del fatto che il potere i 'servi' prima li usa e poi li scarica. Compagni, da quando la guerriglia ha cominciato a radicarsi dentro la fabbrica, la direzione Italsider con la collaborazione dei berlingueriani si è posta il problema di ricostruire una rete di spionaggio utilizzando insieme delatori vecchi e nuovi''. Cosi' recitava il primo comunicato in cui le Brigate Rosse tentavano di spiegare perche', nel 1979, per la prima volta nella loro storia, avevano ucciso un sindacalista, della Cgil per di piu'. Un sindacalista ben visto dai compagni di fabbrica, che ucciso significava dichiarare guerra a Cgil e Pci nei luoghi di lavoro, laddove ancora alcune cellule riuscivano ad agire con violenza. Dopo l'omicidio Moro, infatti il Pci di Enrico Berlinguer e il sindacato di Luciano Lama avevano gia' deciso dopo l'omicidio Moro di chiudere con decisione ogni porta ai brigatisti, isolarli, e quando avvenne l'omicidio Rossa per la verita' erano ormai pochi, falcidiati dalle delazioni dei pentiti e dalle indagini di Carlo Alberto Dalla Chiesa, ma sempre ben organizzati. Guido Rossa, 44 anni, viene ucciso il 24 gennaio del 1979: come tutti i giorni lascia alle 6,30 la sua abitazione per recarsi al lavoro in fabbrica. Ha nelle mani il sacchetto della spazzatura che deposita nel cassonetto, poi si dirige verso la sua Fiat 850 posteggiata in via Fracchia. Sale, si appresta ad avviare il motore ma non fa in tempo perchè viene subito assassinato con una serie di colpi di pistola sul sedile di guida. I primi colpi lo raggiungono alle gambe, poi un proiettile gli spacca il cuore. Guido muore quasi subito. A sparare sono stati almeno in due ( per terra troveranno bossoli di due armi diverse, una calibro 9 lungo e una 7.65). Non più politici, magistrati, giornalisti, forze dell'ordine, il 24 gennaio 1979 segna il passaggio alla guerra totale nella storia BR, lo scavalcare ogni confine. O con loro o con lo Stato, si diceva. Cosi' sotto il loro fuoco cade un operaio, metalmeccanico, militante, comunista e delegato sindacale. La sua colpa: aver denunciato Francesco Berardi, un fiancheggiatore delle Br all'interno dell'Italsider, dopo averlo sorpreso con altri del consiglio di fabbrica a volantinare per le Br. Questo, l'aver denunciato e fatto condannare a 4 anni un compagno di lavoro all'Italsider, Francesco Berardi, con una testimonianza ferma e calma in un' aula di giustizia di fronte a compagni che sapevano ma non 'ricordavano' bene, tra chi 'forse era Berardi o forse un altro, sa (ai giudici) c'era nebbia'. Lui di fatto, con la sua sola testimonianza civile, fece condannare il brigatista. A uccidere Rossa, dopo una serie di minacce telefoniche, furono Vincenzo Guagliardo, Riccardo Dura e Lorenzo Carpi. Ora, a 32 anni di distanza dall'omicidio, Guagliardo ha ottenuto la liberta' condizionale insieme alla moglie Nadia Ponti (ergastolo nel processo per il sequestro e l'omicidio di Aldo Moro). Alla concessione della libertà condizionale per Guagliardo si era dichiarata favorevole, nell'ottobre 2005, la stessa Sabina Rossa, la figlia dell'operaio assassinato. ''Abbiamo sparato a Guido Rossa, spia dei padroni, dell'Italsider'', disse la telefonata che rivendicava l'omicidio. I giudici del tribunale di sorveglianza di Roma hanno di fatto accolto una istanza dei difensori, gli avvocati Francesco Romeo e Caterina Calia, tenendo conto del parere favorevole della figlia di Rossa.