Obama e i derivati/ Mercati finanzari: il Tesoro Usa prepara la stretta sui prodotti derivati

Giancarlo Usai (Scuola di Giornalismo Luiss)
Pubblicato il 15 Maggio 2009 - 23:04 OLTRE 6 MESI FA

Mai più bolle finanziarie a causa dei prodotti derivati. L’amministrazione americana guidata da Barack Obama è decisa nell’invertire la rotta e dare una forte regolamentazione alla finanza selvaggia che ha portato alla crisi economica degli ultimi venti mesi. Con una lettera inviata al Congresso, il responsabile del Tesoro Timothy Geithner ha fatto sapere che il governo sta per presentare un piano dettagliato per disciplinare tutti gli strumenti finanziari finora rimasti senza controlli.

L’intenzione è quella di preparare una proposta di legge che istituisca un’Autorità “ad hoc” con lo scopo di vigilare su questo particolare mercato. Il nuovo garante dovrebbe avere il compito di supervisionare sugli investimenti nel settore, accertandosi che vengano osservate tutte le nuove norme. La principale novità dovrebbe essere l’obbligo di trattare i titoli derivati sempre in Borsa. Un accorgimento che, effettivamente, potrebbe essere utile per evitare che milioni di dollari circolino in giro per il mondo senza un luogo dove possano lasciare tracce dei loro trasferimenti. Senza contare che le contrattazioni borsistiche garantiscono con più certezza i compratori da eventuali abusi da parte delle società emittenti.

Proprio per le compagnie che rilasceranno sul mercato i derivati è in arrivo una stretta senza precedenti. Considerate fra le principali colpevoli per il crac finanziario globale, subiranno particolari imposizioni per la gestione dei capitali. In caso di momenti di scarsa liquidità, dovranno anche cautelarsi con la predisposizione di apposite riserve di denaro per proteggere gli interessi dei risparmiatori. «La recente crisi ha messo in evidenza le debolezze del nostro sistema di regolamentazione», ha scritto Geithner nella lettera, facendo intuire di sposare in pieno la definizione che il finanziere Warren Buffet ha dato dei prodotti derivati quando li ha definiti “armi di distruzione di massa”.