Ultrà Lecce/ La polizia con un maxi-blitz arresta 14 presunti “violenti organizzati” della Curva Nord. Tra loro un medico di 55 anni

Pubblicato il 27 Maggio 2009 - 16:58 OLTRE 6 MESI FA

Gli agenti della Digos della Questura di Lecce hanno arrestato 14 appartenenti al gruppo «Ultrà Lecce», in esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare, 7 in carcere e 7 agli arresti domiciliari, emesse dal gip di Lecce.  Gli arrestati sono ritenuti a vario titolo, comunica la Polizia, «responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di atti di aggressione e violenza nei confronti di personale e mezzi delle forze dell’ordine, di atti di violenza nei confronti di appartenenti alle opposte tifoserie, di danneggiamenti dei beni e delle vetture, di aver impedito e condizionato la partecipazione degli spettatori alle manifestazioni calcistiche e di aver interferito con violenza e minaccia nell’organizzazione dell’attività  sportiva, con particolare riferimento ai giocatori ed ai dirigenti della società U.S. Lecce».

Le indagini hanno avuto inizio nel marzo 2008 ed hanno svelato «l’esistenza di un pericoloso sodalizio tra i componenti di questo gruppo». A detta degli inquirenti, il gruppo apparterrebbe all’ala più estrema del tifo leccese e sarebbe responsabile di preordinati e sistematici attacchi e danneggiamenti non solo nei confronti delle forze dell’ordine, ma anche ad appartenenti ad altre tifoserie, come quella del Bari durante il derby dell’anno scorso.

Uno degli indagati, inoltre, è ritenuto responsabile anche di tentato omicidio nei confronti di tre carabinieri poiché il 16 marzo scorso, durante un corteo non autorizzato organizzato dagli ultras leccesi per celebrare i 100 anni di calcio a Lecce, avrebbe lanciato un rudimentale ordigno, contenente circa 800 grammi di esplosivo, contro il fuoristrada di servizio dei militari creando danni al mezzo.

Tra i denunciati quasi tutti intorno ai 30anni, ci sarebbe anche un medico di base e molti altre persone giudicate all’apparenza normali e ben inserite, insomma persone che non sembrerebbero degli ultrà incalliti. Forse per questa ragione, sono stati difesi dall’Assessore allo sport del Comune Massimo Alfarano. «Il passaggio alla fase più violenta fu innescato dal comportamento anomalo ed estemporaneo dell’assessore comunale allo Sport, che dovrebbe invece avere il compito di calmare gli animi. Due ragazzi erano stati fermati per essere accompagnati in questura, per la verifica delle generalità, e lui intervenne dicendo dovevano essere lasciati liberi», spiega il procuratore capo Cataldo Motta. L’assessore ha fatto subito sapere di essere sconcertato ed in polemica con i metodi giudicati «poco consoni» della forse dell’ordine ha replicato: «Ho solo difeso due innocenti».

«L’indagine nasce dall’episodio del lancio della bomba ed arriva fino a pochi giorni addietro», spiega Motta. «Quello che abbiamo accertato è una partecipazione ad un’associazione per delinquere armata di esplosivi, e non si tratta di raudi o qualcosa di simile» ha aggiunto. «Altri due appartenenti a quest’associazione per delinquere – dice Motta – prima della gara Lecce-Bari e dopo che c’erano già state manifestazioni violente contro la polizia, riferì ad un altro di non voler guardare nemmeno la partita. “Mi sono sfogato, adesso sono soddisfatto, sto andando a dormire”, spiegò all’amico. E l’altro: “E la partita?” Risposta: “Non me ne frega niente della partita”».

Spiega il gip Aprile: «Non va trascurato come due degli indagati, sono stati notati mentre indossavano magliette con la scritta fin troppo eloquente “fai bene alla società e uccidi un poliziotto”». Una struttura interna, ben organizzata, rimarca il giudice, «nella quale poter riconoscere un capo ed alcuni suoi fedeli coadiutori». Il presunto capo sarebbe Salvatore De Matteis, 31 enne di Lecce meglio conosciuto come «Toti», peraltro già colpito da diffida dal settembre del 2008, dopo la prima di campionato.