Variante Valico: frane a Ripoli, indagine disastro colposo

Pubblicato il 29 Ottobre 2011 - 16:18| Aggiornato il 6 Dicembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

BOLOGNA, 29 OTT – Disastro colposo: è il reato ipotizzato dalla Procura di Bologna, che indaga contro ignoti sugli effetti degli scavi per realizzare la Variante di valico dell’autostrada A1 tra Bologna e Firenze, su Ripoli, frazione di San Benedetto Val di Sambro. I residenti del paesino sull’Appennino, conosciuto anche perche’ li’ si sono trasferiti marito e figli di Anna Maria Franzoni, avevano presentato un esposto per i danni agli edifici, causati dagli smottamenti del terreno per i lavori della galleria Val di Sambro.

A maggio, il pm Morena Plazzi aveva aperto un fascicolo conoscitivo. Una decina di giorni fa il fascicolo e’ cambiato, prevedendo, ora, un titolo di reato. E’ possibile che si profili una consulenza tecnica: il problema e’ capire se sia o meno attribuibile a qualcuno la riattivazione del fronte franoso, gia’ quiescente. Oltre ad accertare l’incidenza degli scavi sulle case del paese, l’indagine terra’ conto di eventuali pericoli per i lavoratori. La conclusione dell’opera e’ prevista entro il 2013.

Le indagini sono affidate ai Carabinieri di Vergato, e nei giorni scorsi alcune persone sono state sentite. Autostrade, la Regione, il Comune, e i residenti sono parti offese. Il tema del pericolo di crollo era stato sollevato anche dal Movimento 5 Stelle. Autostrade, dopo la denuncia dei ‘grillini’, aveva risposto escludendo ”nel modo piu’ assoluto che il paese di Santa Maria Maddalena di Ripoli stia collassando a causa dello scavo della galleria Val di Sambro, come dimostra il piano di monitoraggio in atto”.

Il fenomeno franoso e’ molto lento, spiega la Regione. Che controlla l’evoluzione dei lavori e proseguira’ il monitoraggio, anche nei cinque anni successivi al termine. Questo, si legge in una nota del servizio geologico, ”per garantire la tutela della pubblica incolumita’ dei cittadini, attraverso la messa a disposizione degli ingegneri strutturisti piu’ qualificati della Regione nel controllo degli edifici coinvolti, ma anche per dare una quantificazione complessiva e indipendente dell’impatto dell’opera, comprensiva dei danni prodotti e degli eventuali danni futuri per i cittadini e per Anas”.