Maria Laura Rodotà vs Marino: “Ciclabile a Via Labicana o invadiamo marciapiedi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Luglio 2013 - 13:18 OLTRE 6 MESI FA
Maria Laura Rodotà vs Marino: "Ciclabile a Via Labicana o invadiamo marciapiedi"

Maria Laura Rodotà vs Marino: “Ciclabile a Via Labicana o invadiamo marciapiedi”

ROMA – “La ciclabile su via Labicana, o invaderemo i marciapiedi“. Maria Laura Rodotà, storica firma del Corriere della Sera e ciclista dell’era Marino, chiede a gran voce una pista ciclabile su via Labicana, al sindaco anche lui ciclista e attento ai problemi degli amanti del pedale.

Via Labicana è una delle strade più antiche di Roma: collega il Colosseo con via Manzoni ed è l’unica via pianeggiante tra i due storici colli. Ora via Labicana, secondo il piano di viabilità studiato da Ignazio Marino, diventerà a senso unico, per favorire lo scorrimento delle auto dopo la parziale chiusura di via dei Fori Imperiali. E, scrive Maria Laura Rodotà, non si capisce perché non è prevista alcuna pista ciclabile su quella strada, per la quale non sarebbe necessario neppure chissà quale complicata segnaletica: basterebbe usare il controviale sulla destra.

La Rodotà lancia dunque un accorato quanto minaccioso appello al neoassessore alla mobilità Guido Improta, perché Roma è città collinare e i percorsi alternativi proposti dal Comune sono tutti in salita. Ipotizza Rodotà, se un lavoratore in bici,

abita proprio a viale Manzoni, dovrebbe arrampicarsi sul Colle Oppio, arrivare a largo Brancaccio (se finisce tardi o è inverno il parco è chiuso), e scendere per l’Esquilino. Se invece sta verso San Giovanni-via Taranto, potrebbe cimentarsi nella classica tappa del Celio, scendere bello conciato su Porta Metronia, e con una botta di tafazzismo risalire per l’Amba Aradam. Oppure no.

Oppure, verrebbe da sottolineare, che proprio perché Roma è sita su sette colli, non è esattamente il luogo più adatto per farne una città campione della ciclovia. Ma è proprio questo il punto sul quale Rodotà gioca la sua arringa, sperando di pungere sull’orgoglio il sindaco-ciclista:

Oppure in tanti si arrenderanno, lasceranno la bici, riprenderanno auto e motorini, e le emissioni degli scappamenti le respireremo tutti. Anche l’assessore Guido, anche il sindaco Ignazio sempre in bici attorniato dagli ormai famosi ciclovigili coi bermudoni e i polpacci prodigiosi. Non solo respireranno male; deluderanno, subito. Si sono riempiti la bocca di mobilità sostenibile, hanno riempito i media di foto biciclettate, e la loro prima iniziativa punta a rovinare la vita a migliaia di ciclisti. Forse possono ripensarci (molti di noi ciclisti non ci ripenseranno/ripenseremo; non siamo ipocriti, noi non smetteremo di imboccare via Labicana quando siamo stanchi; la faremo sul marciapiede, rompendo l’anima ai pedoni; se il sindaco non vuole, distacchi la sua scorta dai polpacci prodigiosi per inseguirci, please).