Meduse/ I biologi lanciano l’allarme: dal 2050 sostituiranno il pesce a tavola

Pubblicato il 6 Agosto 2009 - 11:33 OLTRE 6 MESI FA

«Le notizie allarmanti secondo cui nel 2050 non avremo più pesce e lo sostituiremo a tavola con le meduse – dichiara Ettore Ianì, presidente di Lega Pesca – è una previsione più che scientifica da chiaroveggente». Immancabilmente anche quest’anno, con l’estate, scoppia l’allarme “meduse killer” nei nostri mari.

Accanto ai classici esemplari che vivono nel Mediterraneo, specie innocue o le cui uniche conseguenze sono fastidiosi effetti urticanti, sono le segnalazioni o le previsioni di arrivo di meduse tropicali a far preoccupare i bagnanti. Come la tanto annunciata Physalia Physalis, comunemente denominata Caravella Portoghese, che già da quasi due mesi infesta più i giornali che i nostri mari. Una medusa definita “assassina”, caratterizzata da tentacoli estremamente sottili e lunghi (fino a 30 metri) di cui difficilmente si riesce ad accorgersi se non dopo esserci entrati in contatto. Un esemplare raro, altamente urticante, ma che diventa mortale solo nel caso di una specifica allergia. Non c’è dubbio che l’ecosistema stia cambiando e che ci sia un incremento di meduse nel Mediterraneo. L’innalzamento della temperatura delle acque, l’aumento della salinità dei mari costieri e i prolungati periodi di mare calmo, che permettono a questi animali di spostarsi, ne sono alcune delle
principali cause. Tra queste non c’è, invece, la questione più volte ipotizzata della mancanza di predatori dovuta alla massiccia pesca di questi ultimi. Le meduse infatti sono cibo esclusivo di tartarughe e poche altre specie; al contrario di quanto si pensa, si dice e si scrive tonni e pesci spada preferiscono altri tipi di cibo. E proprio seguendo la teoria che imputa alla pesca selvaggia l’aumento delle meduse nei nostri mari a discapito di altre specie di pesce alcuni biologi hanno recentemente lanciato l’allarme: entro il 2050 il mare non avrà più pesce e saremo costretti a sostituirlo, a tavola, proprio con le tanto odiate meduse.

«Al di là dei gusti personali o delle fantasie di chef e biologi – continua il presidente di Lega Pesca – credo, pur non essendo uno scienziato, che la fatidica data del 2050 non porterà a un’estinzione del pesce nei nostri mari. Sarebbe il caso di non incorrere in un catastrofismo sfrenato, lanciando allarmi che non aiutano la collettività a risolvere i problemi. Forse dobbiamo fare nostro l’ammonimento di papa Benedetto XVI che all’Assemblea della Pontificia Accademia delle Scienze ha invitato la scienza ad evitare previsioni inutilmente allarmistiche quando non supportate da dati sufficienti o che eccedono la capacità di previsione».