Travaglio attacca Gori per legnare Renzi (o viceversa)

Pubblicato il 3 Novembre 2011 - 18:44 OLTRE 6 MESI FA

3 novembre 2011: la prima pagina del Fatto quotidiano

ROMA – Marco Travaglio dedica il suo editoriale sul Fatto Quotidiano (dal significativo titolo “Renzinvest”) a Giorgio Gori, uno dei principali sostenitori di Matteo Renzi, sindaco pd di Firenze, con ambizioni di “Big Bang” che lo porti a fare il “sindaco d’Italia”.

Tutti (si fa per dire) si domandano perché Renzi abbia scelto proprio Giorgio Gori come regista dell’operazione Leopolda ed estensore delle sue Cento Idee e perché abbia scelto proprio Martina Mondadori per dire “Matteo tocca a te, ti vogliamo presidente del Consiglio”. Ma forse la domanda va rovesciata: perché Gori e la Mondadori hanno scelto proprio Renzi? Evidentemente perché lo sentono familiare. E per capire il motivo basta leggere le biografie dei due ex berluschini folgorati sulla via di Firenze (che presto, visto il super-ego del suo sindaco, verrà ribattezzata “Firenzi”).

[…]Giorgio Gori viene da Bergamo. Da giovane bazzicava gruppi di destra, poi negli anni 80 fu adocchiato da Craxi e divenne craxiano. Dunque dirigente del gruppo Fininvest, dove se non eri craxiano non ti si filava nessuno. Carriera folgorante: nel 1989, a 29 anni, è capo dei palinsesti di tutte e tre le reti del Biscione, mobilitate l’anno seguente nella campagna pro legge Mammì; e nel ‘ 91, a 31 anni, è direttore dell’ammiraglia Canale 5, dove rimane fino al 2001, salvo una parentesi di due anni a Italia 1. Il che significa che nel ‘ 93 è roba sua la campagna “Vietato Vietare” contro la regolamentazione degli spot in tv.

[…] Nel ’95 è la sua Canale 5 a capitanare la campagna elettorale contro i referendum che tentano di porre un argine agli spot e un tetto antitrust al gruppo Fininvest, come stabilito l’anno prima dalla Consulta. Ora, al fianco di Renzi, Gori dice di voler “liberare la Rai dai partiti”.

 […]Sarà un caso, ma Gori vuole departitizzare solo la Rai: su Mediaset manco una parola. Sarà un caso, ma l’indomani Renzi è subito ospite di Matrix, da cui Mentana fu cacciato appena ospitò Di Pietro. E sarà un caso, ma l’unico tema trascurato alla Leopolda, assieme alla giustizia e alla mafia, è stato proprio il conflitto d’interessi televisivo.